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Con quella "cagata pazzesca" fece a pezzi i catto-sovietici

Paolo Villaggio si candidò per Democrazia Proletaria, ma la sua satira fu la tomba di un'ideologia sindacalista da salotto

Con quella "cagata pazzesca" fece a pezzi i catto-sovietici

Tutti piangono Paolo Villaggio ripetendo a pappagallo battute fantozziane, ma quasi nessuno si è accorto che Villaggio, inteso come saga dell'italiano Fantozzi, era già morto e sepolto insieme al suo mondo statal-sovietico decorato di poltrone in pelle umana e impudiche scalate gerarchiche all'insegna della codardia e della dignità sotto la suola delle scarpe. Quel mondo non esiste da un'era storica e pochissimi sono in grado di misurare, e dunque di ridere del valore dissacrante della blasfema battuta secondo cui il film La Corazzata Potëmkin del sovietico Serghiei Eisenstein era in realtà «una cagata pazzesca» resa obbligatoria nelle aziende di Stato - i grattacieli di Fantozzi e del suo mondo erano palesemente quelli dell'Iri - affinché i dipendenti assistessero compunti ed estatici ad un rito ecclesiale-sindacale officiato dalla Cgil comunista che dettava legge in economia, etica, estetica, arti marziali e culinarie. La pubblica dichiarazione ed abiura di Fantozzi contro la Corazzata sovietica può essere confrontata soltanto con l'affissione delle tesi di Lutero sulla porta della Chiesa d'Ognissanti di Wittenberg.

Villaggio era un uomo molto rabbioso e molto fragile, con una timidissima inclinazione alla violenza che lo rendeva fulmineo e geniale, ma tutt'altro che simpatico per sua scelta urticante. Capitava di incontrarsi al supermercato dove lui arrivava accompagnato da un assistente, indossando una sorta di toga, o zimarra, una veste sdrucita da antico romano che metteva in mostra il suo enorme ventre connesso col diabete malcurato che se l'è portato via all'epilogo di una vita di successo ma non serena. Gli piaceva molto far finta di litigare e far finta di essere di sinistra, poi si era consentito alcune battute grillesche in nome del suo populismo ruspante, ma che poi aveva abbandonato perché per sua e nostra fortuna era volubile.

A suo modo aveva reinventato la dialettica hegeliana: lui era la tesi, Gianni Agus che gli faceva da spalla come suo capufficio odioso di Fracchia era l'antitesi e la sintesi era il monumento allo schiavo di Stato che oggi non esiste più perché quel mondo aziendale italo-sovietico si è liquefatto, riassorbito dal buco dell'ozono della storia. Villaggio era come tutti i veri comici un vero surrealista: il suo primo personaggio, il domatore tedesco Kranz era un autoritario. Come comico era un loser, il classico perdente come deve essere ogni vero clown, il prestigiatore incapace di mescolare le carte, l'uomo consapevole della frettolosa mediocrità che lo forza a comportamenti ridicoli perché accessibili a tutti come tante macchie di Rorschach. Il suo personaggio è stato un coraggioso esegeta alla viltà speculare per tutti coloro che vivono da subalterni, privi di responsabilità ma non di tracotanza da regime, subito pronti a svendere l'identità residua per giocare alla roulette delle carriere megastellari: tutta la maledizione creata da Villaggio di questi aggettivi mostruosamente galattici, stellari, mega, iper crescono tutti come superfetazione della mediocrità comica dell'arrivista che però, almeno una volta nella vita, bolla il mondo megagalattico in cui sopravvive come una cagata pazzesca.

Da allora tutti gli imbecilli usano aggettivi ed iperboli con entusiasmante successo alludendo ad un iper-mondo megagalattico di poltrone e paralumi in pelle umana - allusioni torbide alle concerie di Auschwitz - che in realtà è la discarica dell'alienazione, ovunque sia ambientata, dalla spiaggia ai corridoi, dal pranzo aziendale alle tristissime premiazioni. Il personaggio letterario Fantozzi (un bestseller mondiale) è la maschera dello schiavo di una industria statale archiviata ed è quindi ormai incomprensibile se non per gli storici.

La sua ribellione alla cagata pazzesca non investe l'estetica, ma l'ideologia di un mondo catto-sovietico di aziende di Stato con milioni di cloni di Fantozzi di Stato, mogli di Stato e orride bambine di Stato.

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