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Calabria al terzo posto nell'Unione europea per rischio di povertà

La regione meridionale con il 37,2% segue la Guyana e la città di Melilla

Calabria al terzo posto nell'Unione europea per rischio di povertà
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Nel 2024 il quadro europeo della povertà è rimasto immobile, ma dietro la stabilità del dato complessivo - quel 16,2% della popolazione dell'Ue, pari a 72,1 milioni di persone, indicato da Eurostat - si nasconde un'Europa profondamente diseguale. L'ufficio statistico ribadisce che la quota è "esattamente la stessa del 2023", ma le differenze territoriali mostrano un continente in cui alcune aree prosperano mentre altre scivolano sempre più ai margini. In cima alla lista delle zone più fragili resta la Guyana francese, dove "più della metà (53,3%) delle persone era a rischio povertà", seguita da Ciudad de Melilla, in Spagna, con il 41,4%. Subito dopo compare il primo territorio continentale: la Calabria, che con il 37,2% si colloca al terzultimo posto in tutta l'Unione. La regione meridionale guida una triste classifica nazionale: alle sue spalle si posizionano Campania (35,5%), Sicilia (35,3%) e Puglia (30,9%), seguite da Sardegna, Molise, Basilicata e Lazio. Sul fronte opposto, l'Italia mostra anche alcune delle realtà più solide d'Europa: la Provincia autonoma di Bolzano, con il 5,9%, è tra le tre aree con i livelli più bassi in assoluto, alle spalle di Bucarest-Ilfov, in Romania, ferma al 3,7%, e delle belghe Fiandre Orientali, al 5,4%. Trento si attesta al 6,9%, mentre l'Emilia-Romagna chiude al 7,3 per cento. Una polarizzazione netta, che conferma la distanza strutturale tra Nord e Sud dell'Italia.

Proprio su questo divario è intervenuto il Codacons, parlando di una Penisola "letteralmente spezzata in due sul piano economico". L'associazione sottolinea come "le regioni del Sud Italia continuano ad essere fanalino di coda in Europa sul fronte della ricchezza, dei redditi e dei consumi". In Calabria, ha aggiunto l'associazione, non pesa solo l'altissima quota di cittadini a rischio povertà, ma anche un reddito medio che "si attesta a 16.

200 euro annui per abitante, oltre il 48% in meno rispetto a chi risiede nella Provincia autonoma di Bolzano", dove la media raggiunge 31.400 euro. Il Mezzogiorno soffre anche sul versante dei consumi: la Campania registra livelli "praticamente dimezzati rispetto a quelli della Valle d'Aosta", con 15.200 euro pro capite.

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