Coronavirus

Calca alla Coppa d'Africa: "Decine di morti". Il torneo nel caos tra scontri e contagi dolosi

Organizzatori accusati di voler garantire la vittoria della squadra di casa

Calca alla Coppa d'Africa: "Decine di morti". Il torneo nel caos tra scontri e contagi dolosi

Cronaca di una tragedia annunciata, verrebbe da dire. Come purtroppo anticipato lo scorso 4 gennaio da Il Giornale, due dei sei stadi della Coppa d'Africa, in corso di svolgimento in Camerun, non avevano ottenuto l'agibilità dalla commissione tecnico-edilizia. Lunedì sera, all'impianto Olembe della capitale Yaoundé, uno di quelli incriminati, si è consumato il dramma. Otto persone sarebbero morte nella calca che si è creata nei minuti che precedevano l'inizio della sfida tra i padroni di casa e le Isole Comore. La dinamica non è stata ancora chiarita dalle poche e selezionate immagini fatte circolare dalla tv di stato, mentre tutti i media online sono stati «ripuliti» dalla notizia della sciagura. Sono piuttosto le dichiarazioni dei testimoni, come quella del general manager delle Comore Mbaé Camarà, a lasciar emergere un quadro ben più grave: «Lo stadio ha una capienza di 60mila posti, ma per via del Covid era stata ridotta a 35mila. Gli organizzatori però volevano più tifosi possibili a sostenere il Camerun, così hanno deciso di aprire un settore, facendo entrare gratis le persone». Peccato che l'ingresso della curva sud non fosse a norma dal punto di vista strutturale.

Il ministro della Salute, Malachie Manaouda, ha incontrato ieri mattina i cronisti spiegando che «sono stati registrati otto decessi, due donne sulla trentina, quattro uomini sulla trentina, un bambino, una persona portata via dalla famiglia. Una cinquantina di persone sono rimaste ferite nella calca. Quattro di loro si trovano in gravi condizioni». Ma altri testimoni hanno parlato di decine di cadaveri portati via nel corso della notte e di mezzi di soccorso che sono intervenuti non prima di un paio d'ore dalla tragedia, per via delle strade congestionate dai tifosi.

In attesa di ottenere dati più credibili, la 33esima edizione della Coppa d'Africa è destinata a traslocare nelle aule dei tribunali. Parecchie federazioni hanno infatti deciso di denunciare tutta una serie di atteggiamenti perpetrati dagli organizzatori con il solo intento di garantire al Camerun la vittoria finale. Il Burkina Faso si è lamentato per i tamponi truccati che hanno portato all'estromissione di cinque calciatori, titolari, a poche ore dalla gara con i Leoni Indomabili. I governi di Tunisia, Nigeria e Guinea invece parlano apertamente di epidemia dolosa. «Ci hanno ospitati in alberghi dove le camere erano minuscole e arredate per 4 o 5 ospiti, per non consentire il distanziamento e far circolare il virus». Gambia e Capo Verde puntano il dito contro la somministrazione di cibo scaduto, per decimare le squadre prima delle partite contro i padroni di casa.

Se un tempo veniva considerata la nuova frontiera del calcio, il torneo continentale ha riportato l'Africa indietro di almeno mezzo secolo.

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