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Il Canada paga bolla rovente e incendi: picchi di 50 gradi, morte 719 persone

Le alte temperature hanno provocato una pioggia di fulmini che hanno innescato centinaia di roghi. Task force del governo

Il Canada paga bolla rovente e incendi:  picchi di 50 gradi, morte 719 persone

Sono almeno 719 le persone che potrebbero essere morte nella provincia canadese della British Columbia a causa dell'estrema ondata di caldo che ha colpito nell'ultima settimana il Paese nordamericano. A comunicarlo sono le stesse autorità mediche locali che parlano di morti «improvvise» e «inaspettate» e hanno evidenziato come i decessi siano il triplo della media riscontrata nel periodo: «Molte di queste morti hanno riguardato persone anziane che vivevano da sole con una ventilazione al minimo». Grave anche la situazione nel nord ovest degli Stati Uniti dove si contano 95 decessi nella Multnomah County, in Oregon. Un bilancio destinato ad aggravarsi, secondo Steve Mitchell, direttore del dipartimento di medicina d'urgenza dell'Harborview Medical Center di Seattle: «Per esperienza, mi aspetto di vedere numeri molto più grandi di quelli che siamo attualmente in grado di riportare».

La situazione climatica estrema, con picchi di caldo fino a 50 gradi mai registrati prima in Canada, è cominciata il 25 giugno e sta continuando ad affliggere il Paese pur se tra segnali di miglioramento, specialmente nelle zone costiere dove la temperatura è in discesa. Il caldo ha portato con sé anche una pioggia di fulmini che hanno causato finora circa 140 incendi boschivi, il più disastroso dei quali è quello che lo scorso mercoledì ha incenerito il villaggio di Lytton, a 260 chilometri a nord-est di Vancouver, i cui 250 abitanti sono stati evacuati. Nella Columbia Britannica e nell'Alberta Occidentale, sulla costa occidentale, in 15 ore a cavallo tra mercoledì pomeriggio e giovedì mattina sono stati registrati oltre 710mila fulmini, quasi 100mila dei quali si sono scaricati a terra innestando la miriade di roghi che sta flagellando i boschi della zona. Anche questi numeri sono fuori scala rispetto alla normalità del fenomeno nello stesso periodo, la cui intensità si è decuplicata rispetto al 2020. Un numero «incredibile» per il Canada, sottolinea Chris Vagasky, meteorologo della società Vaisala specializzata in soluzioni per il monitoraggio e la sicurezza ambientali, che corrisponde al 5% di tutti i fulmini che normalmente registra il Paese nell'arco di un anno. Il nesso tra caldo e incendi è da trovare negli alti livelli di umidità nell'atmosfera, che hanno dato vita a insoliti violenti temporali, spiega Jonathan Bau, meteorologo del'Environment and Climate Change Canada. Secondo una stima delle autorità canadesi gli incendi bruceranno 100mila ettari di bosco entro la fine del weekend, con oltre 1300 abitazioni evacuate e un numero ancora imprecisato di dispersi. Il governo canadese ha fatto intervenire l'esercito per mettere in salvo le comunità minacciate dall'avanzare delle fiamme e cercare di riportare la situazione sotto controllo, con il dispiegamento anche di aerei da trasporto Hercules ed elicotteri. Una task force per coordinare gli interventi nell'emergenza è stata annunciata dal primo ministro Justin Trudeau, con il ministro per la Sicurezza Pubblica Bill Blair che ha parlato di incendi «devastanti» e «senza precedenti» anche per una zona purtroppo soggetta a incendi estivi.

La comunità scientifica punta il dito contro il cambiamento climatico, mettendo in guardia sull'intensità e la frequenza di eventi meteorologici inusuali ed estremi come quello canadese di questi giorni.

La situazione dell'area, pur se in parziale miglioramento, rimarrà critica anche nei prossimi giorni, con l'ondata di calore che si sta spostando verso est.

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