Il borotalco è cancerogeno? Per i giudici di Los Angeles un uso quotidiano e prolungato della baby powder può scatenare un tumore e quindi hanno condannato la casa produttrice Johnson&Johnson a risarcire una donna affetta da tumore ovarico. Ad Eva Echeverria, 63 anni, i giudici californiani hanno concesso un risarcimento record di 417 milioni di dollari ovvero circa 350 milioni di euro proprio perché l'azienda non avrebbe informato i consumatori in modo esaustivo rispetto al potenziale cancerogeno del prodotto.
La donna, che ha scoperto di esser ammalata di cancro una decina di anni fa, ha spiegato ai giudici di aver sempre usato il talco di quella marca fin da piccolissima e sempre per asciugare la zona pubica. La donna ha detto di non aver mai sentito parlare di un legame tra il cancro e il borotalco quindi ha continuato ad usarlo anche dopo aver avuto la diagnosi. Ma quella della Echeverria non è la prima causa intentata da un consumatore contro la J&J ed infatti è proprio dopo aver letto la notizia di un altro risarcimento milionario vinto da una donna affetta da cancro che ha deciso di intentare la causa contro l'azienda. I legali della J&J negano vi sia un legame tra la malattia e il talco e fanno notare che la composizione del prodotto è molto cambiata rispetto ai primi anni e che ora è «sicuro». La notizia di questo secondo risarcimento è sicuramente un colpo durissimo per l'azienda visto che sono quasi 5.000 le cause intentate da privati cittadini contro questo prodotto. Nel giugno scorso il Tribunale del Missouri aveva concesso ad una donna originaria dell'Alabama un risarcimento di 72 milioni di dollari sempre per un cancro alle ovaie sviluppato, secondo l'accusa, in seguito all'utilizzo dello stesso talco.
Quello che interessa è capire se effettivamente usare il talco possa costituire un pericolo così grave per la salute ma in effetti non ci sono evidenze scientifiche in questo senso. Il rischio era legato soprattutto alla presenza di fibre d'asbesto nel prodotto ma le aziende coinvolte assicurano che fin dagli anni' 70 l'amianto non è più presente tra gli ingredienti. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro che ha il compito di classificare le sostanze potenzialmente cancerogene ha analizzato anche il talco che è quindi stato classificato come possibilmente cancerogeno, ovvero che le prove sulla cancerogenicità negli esseri umani sono limitate. Nella classificazione il talco è nella categoria 2B in una scala di rischio decrescente dove le carni rosse lavorate occupano la categoria 1. Uno studio condotto ad Harvard aveva esaminato circa 66mila casi di donne tra le quali quasi 600 avevano ricevuto una diagnosi di adenocarcinoma invasivo endometriale tra il 1982 ed il 2004. Dunque la ricerca aveva evidenziato come per le donne in menopausa, che avevano usato il talco nella zone degli organi genitali spesso per un lungo periodo di tempo, il rischio i contrarre un tumore dell'endometrio era aumentato di circa il 20 per cento ovvero la stessa percentuale di aumento di rischio delle donne che non hanno avuto figli.
A preoccupare molto di più i medici il fumo, l'obesità, la mancanza di attività fisica e soprattutto la familiarità. Chi ha avuto un parente stretto ammalato di tumore ha una probabilità molto più alta di ammalarsi rispetto a chi non ha casi in famiglia.
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