Successo o flop? A breve, forse già oggi, l'Agenzia delle entrate renderà pubblici i numeri sul canone Rai, riscosso attraverso le bollette elettriche a partire dal luglio scorso. Solo con quelle cifre si saprà se l'operazione canone in bolletta è riuscita nell'intento di ridurre drasticamente l'evasione dell'odiata gabella portando nelle casse del Tesoro e della Rai 200 milioni extra, oppure è stata un buco nell'acqua. Nel frattempo si ragiona su un altro numero, diffuso dal ministero dell'Economia nella sua comunicazione sul fabbisogno di settembre: «Gli incassi fiscali hanno evidenziato una crescita di circa 2.400 milioni, che incorpora anche il versamento di quasi 1.000 milioni per le prime rate del canone Rai da parte dei gestori delle utenze elettriche». Un miliardo di euro dal canone Rai, dunque, è la cifra che risulta all'azionista della tv pubblica finora. Tanto o poco?
Qui inizia il balletto sui numeri. Se si confronta quel miliardo con l'incasso fruttato nel 2015 dal canone Rai, e cioè 1,716 miliardi, si potrebbe pensare all'indizio di un fallimento. E così infatti viene infatti letto da Repubblica.it, testata non certo antigovernativa («Canone Rai in bolletta, incassato solo un miliardo di euro. Si allontana l'obiettivo di 1,8 miliardi per l'intero 2016») e poi dalle associazioni dei consumatori, che esultano per il fallimento: «È un dato molto lontano dai 1,3 miliardi di euro preventivati e che sarebbero dovuti entrare attraverso la prima rata attacca il presidente Codacons, Carlo Rienzi Il canone Rai si conferma così la tassa più odiata dagli italiani, che si ribellano».
Il governo non replica ufficialmente, in attesa di commentare i numeri finali dell'Agenzia delle entrate, a cui i gestori elettrici girano la quota di incasso relativa al canone. Però ci sono dei segnali indicativi. Rossella Orlandi, numero uno del Fisco, ha fatto capire che l'operazione sta funzionando («Sta andando molto bene, i tendenziali sono ottimi» ha detto qualche giorno fa), mentre il ministero dello Sviluppo economico stima l'evasione del canone attorno all'8% (era circa il 30% col vecchio bollettino di pagamento Rai). E quindi come mai «solo» un miliardo incassato finora? Fonti governative spiegano che il calcolo, col meccanismo della riscossione in bolletta, è più complicato rispetto al vecchio metodo, e richiede più tempo per un bilancio attendibile. Primo, perché il canone Rai del 2015 si pagava entro febbraio, mentre il nuovo canone in bolletta del 2016 si è iniziato a pagare da luglio con i 70 o 80 euro aggiuntivi alla bolletta elettrica. Secondo, non è chiaro a quali mensilità si riferisca quel miliardo (solo luglio? Anche agosto?).
Non solo, i gestori riversano il canone al Tesoro soltanto il mese successivo a quello in cui lo hanno incassato. E molte bollette di agosto avevano scadenza di pagamento a settembre, quindi tutti i canoni (di 80 euro) pagati a settembre non sono inclusi nel miliardo conteggiato dal Mef. Poi, ci sono famiglie che pagano in ritardo la bolletta, e quindi anche il canone slitta. E inoltre, come ha spiegato il viceministro dell'Economia Enrico Zanetti, una fetta di italiani, specie nelle isole, pagano tramite F24 e non con la bolletta elettrica, e quindi la scadenza dei versamenti arriva al 31 ottobre.
Infine, nel conteggio finale del gettito 2016 del canone Rai bisogna ancora aspettare gli altri 20 o 30 euro per gli ultimi mesi dell'anno, per arrivare al saldo totale dell'imposta Rai, che è appunto 100 euro. Perciò, il governo è molto ottimista sugli incassi del canone Rai e punta ad un incasso finale di 1,86 miliardi per far felici le casse pubbliche. Un po' meno gli italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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