Pier Francesco BorgiaRoma Vista la crisi del comparto bancario (almeno a Piazza Affari) e le indagini in corso sulla gestione di alcuni istituti di credito viene naturale chiedersi quanto il cosiddetto decreto «salva banche» voluto da Renzi sia efficace. Tra i primi critici Forza Italia, che ieri è tornata a manifestare con vigore la sua bocciatura proponendo una serie di mosse per arginare il problema e rilanciare l'economia delle piccole e medie imprese. I clienti delle banche, hanno spiegato Renato Brunetta e altri parlamentari del gruppo nel corso di un incontro con la stampa, devono essere messi di fronte ai rischi che corrono in maniera più chiara. Servono, a esempio, formulari a colori, in modo che il tasso di rischio sia facilmente comprensibile a tutti i risparmiatori. Serve poi una riforma delle banche di credito cooperativo in tempi veloci, e a partire dalla proposta messa a punto dagli stessi istituti più di un anno fa, per evitare che il sistema sia «svenduto a poteri stranieri». «L'autoriforma permetterebbe alle banche di credito cooperativo di riorganizzarsi mantenendo il legame con il territorio e la loro funzione fondamentale per l'economia reale - spiega l'europarlamentare Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento europeo - Dalle Banche cooperative e dalle Casse rurali deriva quasi il 20% dei prestiti ad artigiani e piccole imprese italiane». «Noi sosteniamo modelli bancari di prossimità - aggiunge -, legati agli investimenti nel territorio. Ci siamo opposti alla riforma delle banche popolari e abbiamo chiesto alla Commissione europea un'analisi dell'impatto della riforma sull'accesso al credito». Forza Italia insiste, insomma, su una commissione di inchiesta. «Questo governo - dice Brunetta - ha fatto cose dannose e ha generato una fuga dal risparmio». «I disastri combinati dal decreto salva banche - gli fa eco Daniela Santanchè - sta mandando in tilt le nostre banche in Borsa. Forza Italia chiede una cosa semplice e non affatto scontata in questo periodo: trasparenza». Brunetta rimprovera poi l'esecutivo di non aver proceduto in tempo a un rafforzamento del sistema bancario che ora (con tanto di bail-in in vigore) si trova con «350 miliardi di crediti deteriorati, pari a quasi il 17% degli impieghi. Percentuale superiore a molti Paesi Ue».
Il fondo da cento milioni di euro, è la convinzione di Fi, non basta, occorre salvare tutti i risparmiatori truffati, anche perché «siamo di fronte - aggiunge Maurizio Gasparri - a una vera violazione dei principi costituzionali».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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