Benzinai, ristoranti, cassiere di negozi in difficoltà. Petizioni per bloccare la fattura elettronica. L'ironia diffusa sui social con tante foto allo schermo del computer sulla schermata del sistema momentaneamente inaccessibile.
È scattato da inizio anno l'obbligo di emettere la fattura elettronica tra privati. Una misura da cui il governo punta a ricavare quasi 2 miliardi e che dovrebbe produrre a pieno regime un flusso di dati di 1,8 miliardi di file all'anno. L'avvio è decisamente faticoso, anche se l'Agenzia delle Entrate guarda i dati e parla di 2,8 milioni di documenti emessi in quattro giorni da parte di oltre 120 mila operatori Iva. Il tutto con un margine di errore di circa il 6 per cento, meglio di quando venne introdotta nel solo ambito della pubblica amministrazione.
Le voci più critiche arrivano dalle categorie e dai professionisti. Marco Cuchel, presidente dell'Associazione dei commercialisti, ha raccontato di «segnalazioni di utenti che, collegandosi al portale Fatture e corrispettivi dell'Agenzia delle Entrate, visualizzano il messaggio «Il sistema non è al momento disponibile, ci scusiamo per l'inconveniente e si prega di riprovare più tardi». Più duro il Codacons che ha parlato di «caos fiscale» minacciando un esposto per interruzione di pubblico servizio e chiesto una proroga dei tempi per inviare la documentazione. «Anche se l'Agenzia delle Entrate nega l'accaduto, il malfunzionamento che ha colpito la piattaforma web dedicata alla fatturazione elettronica è sotto gli occhi di tutti, e ora bisogna provvedere a tutela degli utenti» sostiene l'associazione dei consumatori
Forza Italia che da settimane sta lanciando l'allarme per i disagi che questa innovazione determinerà per le Partite Iva - si calcola che ogni fattura elettronica avrà un costo di mercato minimo di 40 centesimi, con un aggravio complessivo per le imprese e i professionisti tra i 400 e i 600 milioni - continua a chiederne l'abolizione. «Eravamo stati facili profeti rispetto ai problemi che l'avvio della fatturazione elettronica avrebbe creato» dice il deputato azzurro Galeazzo Bignami che da tempo denuncia gli effetti perversi dell'e-fattura ed è stato protagonista di un intervento in Commissione diventato virale. «Bene dunque che anche il Codacons abbia deciso di tentare un'azione forte come l'esposto contro Agenzia delle Entrate. La battaglia contro un sistema che penalizza soprattutto le micro e le piccole imprese, gli artigiani, i commercianti e l'esercito di Partite Iva è una battaglia di tutti e va combattuta insieme. Questo governo, come quello che lo ha preceduto, ha fatto orecchie da mercante. Ma noi non arretreremo e continueremo a batterci affinché, con un nuovo provvedimento, quest'obbligo cessi di esistere e si dia almeno la possibilità, agli imprenditori, di scegliere se passare o meno al sistema di fatturazione elettronica. Intanto continuiamo ad auspicare, anzi a pretendere, le dimissioni del direttore dell'Agenzia delle Entrate. Perché chi sbaglia è giusto che paghi». L'impegno di Forza Italia viene ricordato anche da Sestino Giacomoni. «In Commissione Finanze abbiamo fatto di tutto per convincere il governo a rinviare al 2020 l'entrata in vigore della fatturazione elettronica ma non c'è stato niente da fare. La maggioranza giallo-verde diceva che non c'era motivo per rimandare, che l'Agenzia delle Entrate era pronta.
La fattura elettronica oltre a creare un'ulteriore complicazione burocratica e un aumento dei costi per commercianti, artigiani e Partite Iva, rischia di diventare una sorta di Grande Fratello, una telecamera accesa h 24 sulla loro vita professionale e privata».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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