Caos M5S, in assemblea c'è anche chi bestemmia

Assemblea parlamentare di fuoco: al centro degli scontri nel M5S, la giravolta sull'Italicum e la leadership

Caos M5S, in assemblea c'è anche chi bestemmia

Un'assemblea di fuoco, con tanto di bestemmia. La crisi di governo accentua le frizioni interne al M5S, costringendo Beppe Grillo a esorcizzare il rischio correnti.

La racconta La Stampa, che ha ricevuto il resoconto del vertice tenutosi il 7 dicembre. Al centro della discussione c'è l'Italicum, tanto vituperato prima del referendum e diventato di colpo una legge tutto sommato accettabile pur di andare al voto subito (ed essere favoriti da un sistema elettorale che li porterebbe alla maggioranza in Parlamento). Un cambio di rotta che non piace a molti, come il deputato Matteo Mantero che parla di un'assemblea "bypassata" senza essere consultata da Beppe Grillo.

Gli animi si scaldano, molti accusano Danilo Toninelli di aver suggerito l'idea, lui si difende: "Avevamo solo tre giorni per fare una proposta di legge e chiedere di andare al voto...". Interviene Luigi Di Maio che propone di far restare Matteo Renzi a Palazzo Chigi: "Tanto può fare solo ordinaria amministrazione. Dopo la Consulta si fa la legge elettorale e si vota", spiega il vicepresidente della Camera.

La tensione aumenta, qualcuno chiede di accelerare per potersi godere il giorno di festa e il ponte. A quel punto la deputata Laura Castelli bestemmia: "C’è la crisi di governo e voi pensate a stare a casa? Già ogni settimana, non siete mai a lavoro il venerdì", sbotta.

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