«Se volete che me ne vada, lo faccio domattina», «se il problema sono io discutiamone pure». Da quando è in Rai, con il super-incarico di direttore editoriale per l'Offerta Informativa della tv di Stato (320mila euro lo stipendio), Carlo Verdelli ha già più volte fatto capire che se il suo lavoro non è apprezzato ha pronte la valigie. E più di una volta, da mesi, sono rimbalzate le voci di una sua imminente uscita dalla Rai. Ma se Verdelli è ancora lì, con le ultime polemiche sull'infornata di 26 vicedirettori e i flop d'ascolto dei nuovi programmi come Politics, le voci sul prossimo addio tornano a farsi sentire. Le rilancia un retroscena del Foglio, secondo cui «il direttore generale Campo Dall'Orto sarebbe pronto a togliergli la fiducia». I vertici Rai sono in difficoltà su svariati fronti (dall'inchiesta dell'Anac sulle assunzioni esterne agli stipendi sopra il tetto di legge), tanto che persino il Pd renziano prende le distanze dai manager di Viale Mazzini. Un capro espiatorio da sacrificare in questi casi è molto utile, e Verdelli potrebbe farne le spese. I capi d'accusa per spiegare in effetti non mancano: dal polverone creato dall'intervista al figlio di Totò Riina (su via libera di Verdelli), alle polemiche per il team voluto dal direttore dell'informazione con assunzioni esterne molto onerose (su tutti Francesco Merlo di Repubblica, 240mila euro), alla bocciatura del piano di accorpamento delle news (diversi milioni di risparmi) già approvato dalla Vigilanza Rai, fino al «duro attacco alla passata gestione di Rainews24 - scrive il Foglio - con cui si è assicurato l'ostilità manifesta della presidente Monica Maggioni (ex direttore di Rainews24, ndr), che adesso potrebbe presto festeggiare la sua cacciata».
La goccia che però farebbe traboccare Verdelli è un'altra. Il giornalista sembra aver ormai perso la fiducia del Cda che si aspettava un dettagliato piano editoriale almeno nell'ultimo consiglio, e invece niente. Per il piano, informa invece la Rai, «non esiste un giorno specifico per la presentazione» perché è «un progetto che si concluderà alla fine dell'anno», niente fretta. Tra i consiglieri che più mettono sotto accusa Verdelli c'è Arturo Diaconale, che secondo Prima Comunicazione avrebbe avuto uno scambio polemico con lui durante il consiglio, contestandogli gli insuccessi di share dei nuovi programmi di RaiTre e RaiDue, ottenendo in cambio da Verdelli l'assicurazione che se non avrà più la fiducia del Cda si dimetterà. Anche altri consiglieri Rai, come Carlo Freccero e Franco Siddi, hanno fatto capire che così non va. «Verdelli non ha mai presentato un piano editoriale! - ha tuonato Freccero -. Aveva garantito che le nomine nei tg avrebbero rispettato qualità definite esplicitamente nel piano. È tutto falso, è un vero e proprio colpo di mano». Duro anche Siddi: «Non si capisce qual è la direzione di questo piano dell'informazione, ma va discusso punto per punto in Cda perché nessuno può pensare che qualcuno porta un documento e il Cda lo approva a scatola chiusa».
In Vigilanza Rai, anche nel Pd, Verdelli ha ancora meno amici (molto critico il renziano Anzaldi). E se perde pure l'appoggio della Maggioni, la sua vita a Viale Mazzini diventa davvero complicata. Meno male che le valigie sono sempre pronte.
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