Coronavirus

La Caporetto epica è dietro l'angolo

Se non è la Caporetto della scuola poco ci manca.

La Caporetto epica è dietro l'angolo

Se non è la Caporetto della scuola poco ci manca. L'appello lanciato da alcuni presidi e sottoscritto da oltre duemila dirigenti scolastici a favore di «una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l'attivazione di lezioni a distanza)» è l'emblema di un Paese che ha ormai smarrito il valore delle istituzioni sociali fondamentali. La scuola è un bene essenziale che andrebbe sempre tutelato e colpisce che coloro che dovrebbero difenderne la centralità, siano i primi a sottoscrivere appelli per la chiusura.

Utilizzando una metafora marinara, è come se il comandante in capo abbandonasse la nave nel momento del bisogno. Un conto è sensibilizzare il governo ad attuare le misure necessarie per garantire la sicurezza sanitaria, un altro sottoscrivere un appello in cui si auspica la rinuncia alle lezioni in presenza.

Così facendo si trasmette un messaggio socialmente devastante; anzitutto di carattere motivazionale, con quali stimoli insegnanti e studenti svolgeranno il proprio dovere se i presidi sono i primi a deresponsabilizzarsi? In secondo luogo si diffonde la convinzione che si possa fare a meno della scuola. Inoltre, per il terzo anno scolastico consecutivo, si penalizzano gli studenti nell'apprendimento, essendo ormai chiaro che la didattica a distanza da un punto di vista pedagogico non è minimamente paragonabile alle lezioni in presenza. Se la richiesta dei presidi venisse assecondata, non si terrebbero inoltre in considerazione le conseguenze psicologiche (un tema sempre più grave ma sottaciuto e non affrontato nel dibattito pubblico) sugli studenti. Il Covid ha avuto un impatto molto invasivo nella sfera psicologica di bambini e adolescenti intaccando la socialità in un'età già di per sé delicata. La scuola significa anche rapporto umano con i propri coetanei che, anche se filtrato dalle necessarie misure sanitarie, è comunque imparagonabile a passare intere giornate chiusi in casa o nella propria cameretta. C'è poi una questione di equità sociale che in un paese civile non si dovrebbe dimenticare: la didattica a distanza favorisce i bambini nati in famiglie benestanti che possono permettersi insegnanti privati e connessioni internet veloci. I figli di genitori che non hanno la possibilità economica di pagare le ripetizioni, rimarranno indietro nell'apprendimento e questo non è giusto.

Per il momento il governo sembra intenzionato a garantire l'apertura delle scuole anche perché non tutti i presidi hanno sottoscritto l'appello e vari dirigenti scolastici si sono detti contrari al ritorno in Dad, ma il rischio che prevalga la linea chiusurista è tutt'altro che remoto e sarebbe l'ennesima mortificazione della scuola.

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