Il carcere è il posto ideale per reclutare fanatici

Il carcere è il posto ideale per reclutare fanatici

Nelle carceri italiane vivono attualmente 10.400 persone di fede musulmana. Circa il 70% di loro si dichiara praticante e fa richiesta di una dieta halal a cui l'amministrazione penitenziaria italiana acconsente ormai da anni. La maggior parte è in galera per reati minori, spaccio o piccoli furti. Solo 14, a oggi, sono accusati o condannati per terrorismo internazionale: detenuti speciali, tutti reclusi nel carcere di Rossano (Cosenza). Nel 2010 erano più di 80, in tre strutture: Macomer, Benevento, Rossano.

Anche i detenuti accusati di far parte di organizzazioni terroristiche godono di un'alimentazione ad hoc e possono pregare. Non possono però avere contatti con gli altri detenuti musulmani per prevenire la possibilità di indottrinamento durante i momenti di preghiera. Ma se questi detenuti speciali hanno un regime che li isola dagli altri musulmani, i restanti 10 mila quattrocento islamici non sono in carcere per reati legati all'estremismo, e hanno dunque più libertà di quanto non si pensi. A dirlo al Giornale è Luigi Pagano, vice capo del Dap, che spiega come nei momenti di preghiera, nonostante i controlli preventivi che avvengono in ogni struttura, possono esporsi a rischio di indottrinamento in quanto non sempre è possibile capire cosa si dica durante i sermoni.

Il rapporto del ministero della Giustizia lancia l'allarme: «Gli Istituti di Pena costituiscono un luogo dove gli estremisti possono creare una rete, reclutando e radicalizzando nuovi membri attraverso una campagna di proselitismo». L'aspetto più grave è che fra i detenuti è in aumento il fenomeno degli «imam fai da te», in carcere per reati minori, eppure in certi caso sostenitori di una versione dell'islam più intransigente a insaputa degli inquirenti.

Nel 2013 erano già 181 gli «imam fai da te», oggi si parla di almeno 200. Un paradosso tutto italiano, se si pensa che in Francia non è permesso ai detenuti musulmani di pregare insieme nelle moschee di carcere, tra loro, se non in presenza di un imam ufficiale, che Oltralpe è un dipendente statale con regolare contratto. La libertà di culto è una delle questioni aperte: al momento rispettata ma non troppo regolamentata. Negli ultimi dieci anni il numero delle «moschee di carcere» è aumentato di pari passo con l'ingresso di detenuti islamici e anche il rischio di indottrinamento non necessariamente proveniente da estremisti riconosciuti come tali. Secondo il rapporto del febbraio 2014 «le moschee negli istituti di pena», sono 132 le carceri dove si prega: in cella o in aree ritagliate appositamente per quella che nella maggior parte dei casi è una richiesta dei detenuti. Le moschee ricavate, come luogo esclusivo di culto, sono aumentate a 52 in 202 istituti.

Preghiera, dieta, rispetto sono già una realtà, continua Pagano. Anzi spesso anche assecondando richieste come quella di rifiutare un medico donna. É successo a Macomer, dove alcuni hanno chiesto alle infermiere di indossare il velo. Fra i musulmani praticanti detenuti in Italia solo 102 hanno la cittadinanza, ma nel 2013 sono stati segnalati anche 19 convertiti. Un numero in costante crescita dovuto proprio alle preghiere fai-da-te. Un caso su tutti: Domenico Quaranta, di nuovo arrestato nel 2002 per la preparazione di attentati ad Agrigento e nella metropolitana di Milano dopo essere stato indottrinato dietro le sbarre.

Il Dap ha deciso 16 provvedimenti di sospensione dopo le pesanti frasi su di un detenuto suicida postate su un profilo Facebok da alcuni agenti della Polizia penitenziaria. Lo ha annunciato il capo del Dap, Santi Consolo, dopo un incontro con il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. «Assumeremo i provvedimenti del caso», aveva detto il ministro. Il comportamento degli agenti penitenziari «è inammissibile, tanto più in un momento di grandi tensioni come questo è importante che nelle carceri venga assicurato il rispetto dei diritti dei detenuti e della vita umana».

gli imam «fai da te» improvvisatisi in carcere. Due anni fa erano 181

sette detenuti musulmani su dieci si dichiarano praticanti

le moschee ricavate come esclusivo luogo di culto nei penitenziari

le persone di fede musulmana attualmente detenute nelle carceri italiane

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