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Il cardinale difensore d'ufficio della candidata Pd indagata

Bagnasco sulla Paita: "Indagini sempre in certe ore". E Lotti: "È giusto che vada avanti". In Liguria Toti recupera terreno e tratta sul sostegno di Fdi, con il ritiro di Musso e Rosso

Il cardinale difensore d'ufficio della candidata Pd indagata

I l Pd conferma il sostegno a Raffaella Paita. Il centrodestra lavora per ricomporre l'unità della coalizione e limare le distanze che ancora dividono Forza Italia da Fratelli d'Italia-An.

Sono giorni caldi in Liguria dove ci si prepara a un test regionale che potrebbe rivelarsi più aperto e combattuto di quanto non si pensasse fino qualche settimana fa. Questa volta la tensione più palpabile si registra nel Pd dove la candidata presidente - uscita da contestatissime primarie - è stata iscritta nel registro degli indagati per il suo ruolo di assessore alla Protezione Civile e la mancata allerta meteo in occasione dell'alluvione dello scorso ottobre. Già sentita dai magistrati lo scorso autunno come testimone, lunedì prossimo subirà un nuovo interrogatorio. Su di lei si è già scatenata l'offensiva grillina anche con un «hashtag» su Twitter : #paitaritirati. Il Pd, però, insiste sulla sua candidatura. E il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, dopo averla incontrata per un pranzo di finanziamento, ufficializza la posizione del partito: «Per me è giusto che vada avanti». Francesco Storace ironizza: «Lotti incontra la Paita a Genova, prima aveva visto De Luca. Sembra un messo del tribunale, non un sottosegretario». La Paita incassa, però, il sostegno del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, che esprime dubbi sui tempi dell'indagine. «La mia valutazione è di grande dispiacere, di grande dolore, innanzitutto per il fatto che, chissà perché, esplodono sempre le indagini in certe ore della storia, delle città, della nazione. È importante che ci siano accertamenti certi, in modo da potere arrivare alla verità delle cose, non solo ai sospetti».

Sull'altro fronte dopo «l'incidente diplomatico» della candidatura di Adriana Poli Bortone in Puglia, Forza Italia e Fratelli d'Italia continuano a lavorare per superare le incomprensioni e ritrovarsi sotto le stesse insegne in Liguria. Ieri c'è stato un contatto telefonico tra Giovanni Toti e Giorgia Meloni, una conversazione che ha fatto segnare un miglioramento del clima e un ulteriore avvicinamento. «Ora si tratta di finalizzare» spiegano i protagonisti. Fratelli d'Italia chiede di abbassare i toni sulla questione pugliese e una ricomposizione a largo raggio del quadro dei rapporti umani e politici. La competizione in Liguria resta difficile, ma rinunciare a giocare la partita sarebbe un errore imperdonabile. Secondo le ultime indiscrezioni, se Fdi dovesse dare il suo sostegno al consigliere politico di Silvio Berlusconi, potrebbe rientrare nei ranghi Matteo Rosso (ex Pdl), che faceva parte della squadra del leghista Edoardo Rixi prima del suo passo indietro. Continuano, invece, le trattative con Enrico Musso, candidato della lista Liguria Libera, che alla fine potrebbe chiudere un'intesa con Fi, sostenendo Toti. Buone notizie, insomma, anche se la trattativa non è certo alle battute finali.

I sondaggi continuano a fotografare distanze non incolmabili. Tre soli punti dividerebbero Giovanni Toti dalla candidata del Pd, Raffaella Paita, secondo una rilevazione di Alessandra Ghisleri di mercoledì scorso. Toti, praticamente appena sceso in campo, sfiora il 30% e Paita perde un punto rispetto al sondaggio segreto del Partito democratico che la dava al 33,5. Il civatiano Luca Pastorino, a sua volta, sarebbe quasi al 17%, mentre Alice Salvatore del M5S è intorno al 21%.

Infine la quota degli astenuti attorno al 44%: una platea di incerti su cui i candidati si giocheranno la vittoria.

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