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Caro bollette, mazzata da 1.200 euro

I rincari per ogni famiglia nel 2022. Tajani: stoccaggio a livello Ue, come per i vaccini

Caro bollette, mazzata da 1.200 euro

Nel 2022 il costo dell'energia peserà sulle famiglie per 1.200 euro in più rispetto al 2021. Questa la proiezione effettuata dai ricercatori di Nomisma. Un aumento che dovrebbe essere mitigato dalle recenti misure del governo. Palazzo Chigi ha messo sul piatto oltre otto miliardi (3,5 nell'ultimo decreto). Un argine che porterebbe, secondo le proiezioni statistiche ad abbassare il «caro bollette» a 770 euro a famiglia. L'Osservatorio nazionale di Federconsumatori fornisce stime abbastanza simili. Le tensioni sui beni energetici, iniziate nella parte finale del 2020 e in un primo tempo considerate transitorie in quanto attribuite alla ripresa della domanda, si sono fatte, negli ultimi mesi, sempre più intense, con un impatto rilevante sia sui conti delle famiglie sia delle imprese. Se nel 2020 le famiglie italiane hanno speso in media 1.320 euro per le spese per energia elettrica e gas (pari al 4,7% della spesa totale annuale), la spesa è salita a 1.523 euro nel 2021 con un aumento di oltre 200 euro. Ancora più difficile appare la situazione in prospettiva: nel 2022 questa cifra dovrebbe salire a quasi 1.950 euro (+426 euro rispetto al 2021), arrivando a rappresentare il 6,1% dei consumi.

Poi c'è il paradosso segnalato da molti economisti e spiegato a chiare lettere dall'ufficio studi di Confcommercio. Se anche vengono sgonfiati i prezzi del gas l'emergenza resta visto che a causa del caro-bollette molte imprese minacciano di non riaprire i battenti dopo Capodanno. Soprattutto la manifattura, che per funzionare ha bisogno di grandi quantità di energia. Sarebbe un clamoroso autogol visto che, per la prima volta da molti anni, il portafoglio ordini è pieno. Secondo Confcommercio le imprese dovranno sostenere un aumento dei costi pari al 40% che inevitabilmente si scaricheranno sui prezzi finali alimentando l'inflazione. Se poi aggiungiamo il fatto che le importazioni italiane tramite gasdotto ammontano a 53,5 miliardi di metri cubi, che rappresentano l'81% delle importazioni totali, gli elementi per la «tempesta perfetta» ci sono tutti.

Per evitarla bisogna fare come si è fatto con i vaccini. A suggerirlo è il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. L'idea è quella di creare a livello europeo un meccanismo comune di acquisto e stoccaggio del gas, di modo da avere sempre a disposizione riserve e calmierare i prezzi, sottraendoli ad eventuali interruzioni di forniture o rialzi improvvisi», prosegue. «Un grande continente come l'Europa - spiega l'azzurro - deve lavorare per costruire una politica energetica comune, integrata e moderna». Al governo italiano intanto Tajani chiede di tagliare le accise e calmierare i prezzi delle bollette fino a che non si stabilizza il mercato. Stessa richiesta avanzata anche da Confindustria, per voce del suo presidente Carlo Bonomi, e dal responsabile economico del Pd, Antonio Misiani.

Mentre la Lega ha già annunciato che nei prossimi giorni presenterà un piano per tagliare le accise e aumentare (almeno in questo frangente) l'estrazione di gas.

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