In riva all'Arno il giglio magico che presidia la città da quando il gran capo Matteo Renzi è affaccendato a Palazzo Chigi deve risolvere un'altra grana. È infatti slittata a settembre la nomina del nuovo presidente di Fidi Toscana. Ovvero la finanziaria regionale salita alla ribalta delle cronache nazionali qualche mese fa per aver offerto nel 2009 una garanzia sul mutuo concesso dalla Bcc di Pontassieve alla Chil srl, al tempo di proprietà della famiglia Renzi poi fallita e finita al centro di un'inchiesta della Procura di Genova. La linea di credito regionale aveva permesso alla Chil di coprire 263mila euro di debiti contratti con la banca.
La Fidi Toscana eroga infatti prestiti a tassi agevolati alle pmi, assorbe quasi il 50% del capitale investito dalla Regione nelle società partecipate e produce oltre la metà del deficit delle partecipazioni a maggioranza regionale. Gli azionisti della finanziaria (i principali sono la Regione con il 49,5%, Mps con il 25% e Cr Firenze con l'8%) hanno rinnovato il Cda, il collegio sindacale e deciso di convocare una nuova riunione entro il 30 settembre per la nomina del presidente. Il rinvio sulla scelta del nome di chi dovrà sostituire il numero uno uscente, Simone Bettini (ex presidente di Confindustria Firenze), è legato alla difficoltà - tutta politica - di decidere tra i nomi di Niccolò Manetti e Lorenzo Petretto. La Regione preferisce il primo che è un imprenditore manifatturiero del settore orafo (gruppo Manetti Battiloro), nonché consigliere d'amministrazione della Banca Federico del Vecchio e della Camera di commercio di Firenze. Ma il gruppo di potere che orbita attorno a Marco Carrai vuole il giovane docente universitario Petretto junior il cui padre, Alessandro, è stato assessore al Bilancio nella giunta Renzi. Nell'incertezza, ha prevalso la linea prudente del rinvio così il braccio di ferro può continuare.
Nel frattempo, però, continuano anche le difficoltà della finanziaria regionale che ha chiuso il 2013 con un passivo di 6 milioni di euro, ripianato da 2,8 milioni dei cittadini toscani, e nel 2014 si è riconfermata in perdita per 3,5 milioni. Sarà anche per questo che dal 2012 al 2014: si sono succeduti tre presidenti e numerosi consiglieri hanno rassegnato le dimissioni.Ora manca all'appello il presidente. Ma Carrai ci sta lavorando.
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