Economia

"Le cartelle non si fermano". Il Tesoro torna a fare il vampiro

No alla proroga della sospensione dei debiti verso il fisco. Svanite le speranze di partite Iva e piccole imprese

"Le cartelle non si fermano". Il Tesoro torna a fare il vampiro

«Ho detto all'Agenzia delle Entrate che adesso bisogna ripartire con grande gradualità». Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, intervenendo ieri a Rainews 24, ha frustrato le residue speranze di partite Iva e piccole imprese circa un'ulteriore proroga della riscossione coattiva. «Parliamo di debiti verso il fisco di anni precedenti che non c'entrano niente con il coronavirus e che è giusto che i contribuenti saldino, ma nel tempo che sarà necessario», ha aggiunto ricordando che «abbiamo rinviato molte tasse e abbiamo anche sospeso per parecchi mesi tutte le cartelle» e adesso «ci sarà la necessaria gradualità».

Secondo il titolare del dicastero di Via XX Settembre, le rimostranze delle opposizioni sono esagerate. «Nessuna tragedia epocale, come viene annunciata ma una normale ripresa graduale di un'attività di riscossione che è fisiologica e avviene in tutti i Paesi», ha chiosato sminuendo i timori di chi considera il riavvio rapido delle procedure esecutive un macigno sulla strada della ripresa. E così da giovedì 16 ottobre uno tsunami di 9 milioni di cartelle è pronto ad abbattersi sui cittadini e aziende. Sia l'Agenzia delle Entrate - Riscossione, guidata da Ernesto Maria Ruffini (foto), che gli agenti locali e i Comuni potranno così riprendere le attività usuali, inclusi i pignoramenti di stipendi o pensioni. L'amministrazione finanziaria è tenuta, infatti, a procedere all'esecuzione di cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, accertamenti doganali e ingiunzioni fiscali.

«I professionisti hanno dovuto ugualmente sborsare circa 3mila euro per le rate Inps e Inail, e per il 65% delle partite Iva italiane a dicembre si sommeranno anche i debiti fiscali rateizzati: circa 6mila euro in media di tasse da versare in varie forme, al fisco», ha commentato il capogruppo di Forza Italia al senato, Anna Maria Bernini che l'ha definito «un salasso per molti impossibile da sostenere».

I dati del ministero dell'Economia, però, evidenziano come le casse dell'erario stiano per svuotarsi. Nel periodo gennaio-agosto 2020, le entrate tributarie sono ammontate a 271,5 miliardi di euro, con un calo del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Contestualmente le entrate derivanti da attività di accertamento e controllo si sono fermate a 5,5 miliardi (-29,9%). Insomma, i decreti emergenziali hanno prodotto un «buco» che finora è stato coperto solo con il deficit e che ora deve essere in qualche modo riparato senza fare sconti.

Le bozze della Nadef, circolate ieri prima del Consiglio dei ministri, non lasciano spazio alla fantasia: la leva fiscale sarà l'architrave delle prossime mosse del governo perché ci sono molte incertezze sul futuro. Gualtieri ha tenuto a precisare che non ci sarà «nessun passo indietro sulla riforma fiscale e stiamo valutando di anticipare alcuni pezzi». Ecco perché «presenteremo un disegno di legge delega che sia operativa dal primo gennaio 2022». Gualtieri ha cercato di usare l'arma dell'ironia. «Ho letto con divertimento alcune ricostruzioni sulla stampa, secondo cui prima avremmo fatto una riforma storica, poi il governo ha deciso di rinviare la riforma; noi non abbiamo mai cambiato opinione», ha detto.

La verità, testimoniata dalla ripresa della riscossione, è che senza aumentare il prelievo fiscale non si può fare niente.

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