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Casini spodesta Luigino dalla Farnesina e libera due oppositori al regime di Maduro

Al centrista i complimenti di Berlusconi: «Ha compiuto un grande gesto»

Casini spodesta Luigino dalla Farnesina e libera due oppositori al regime di Maduro

Roma - Ciao ciao Di Maio. Prima, in ambasciata, l'incontro affettuoso con Juan Guaidò, presidente dell'Assemblea nazionale venezuelana e leader dell'opposizione al regime chavista. Poi, a Palazzo Miraflores, il faccia a faccia «franco» e un po' brusco con Nicolas Maduro. «Le spiego la mia posizione». «Si risparmi la voce, so bene come la pensa. Ho seguito in Tv il dibattito in Italia». «D'accordo, allora parliamo di interventi umanitari. Se davvero volete il dialogo, dimostratelo». Infine, la svolta: dopo un'altra notte di trattative, il ritorno a casa assieme a Mariela Magallanes e Americo De Grazia, i due deputati che da sei mesi si erano rifugiati nella nostra legazione. Missione compiuta, aperto uno spiraglio, un successo per la Farnesina. Luigi Di Maio? No, lui non c'entra: a realizzare questo capolavoro diplomatico è stato Pierferdinando Casini.

Dunque, il ministro ombra meglio dell'ombra del ministro. Il capo politico dei Cinque Stelle, troppo impegnato a bombardare il governo di cui fa parte e a polemizzare con i Benetton, ha lasciato il campo all'esperto senatore centrista eletto con il Pd. E per fortuna Di Maio era distratto con altre questioni e non ha potuto fare danni, visto che M5s è uno dei pochi partiti occidentali a non essersi schierati con Guaidò. Casini, presidente dell'Unione interparlamentare, ha preso il suo posto e si è così sobbarcato il difficile compito di liberare i due deputati dell'opposizione. Alla Magallanes il tribunale supremo di giustizia aveva tolto il passaporto e l'immunità. De Grazia era stato ferito durante l'assalto delle forze speciali all'Assemblea nazionale. Il regime di Maduro li accusava di «tentativo di colpo di Stato e incitamento all'insurrezione» e li voleva in galera. Situazione complicata. Per salvarli Casini ha usato le armi della diplomazia: gambe in spalle, un lungo viaggio, l'arte della mediazione, i contatti internazionali, la capacità di far contare il peso dell'Italia. A Caracas ha pure incontrato il suo «omologo», il ministro degli Esteri Jorge Arreaza e ha visto la comunità italiana. Roma può tornare ad avere un ruolo in Sudamerica e ora qualcuno considera Pierferdy, l'usato sicuro, in buona posizione per il Quirinale.

Lui adesso sceglie il profilo basso. «Un piccolo contributo - le sue parole appena sbarcato a Fiumicino - alla riapertura del dialogo. La mia missione aveva uno scopo umanitario, adesso mi batterò per altri oppositori che sono in prigione senza nemmeno un processo. In questi giorni ho girato un po' il Paese, il quadro è davvero triste». Magallanes e De Grazia sono stati accolti a Roma da una telefonata di benvenuto di Sergio Mattarella.

Silvio Berlusconi si congratula con Casini: «Ha compiuto un gesto concreto di solidarietà all'opposizione, in stridente contrasto con le ambiguità sul Venezuela del nostro governo e il sostanziale appoggio a Maduro del ministro degli Esteri Di Maio, unico in Occidente a non condannare una spietata dittatura comunista, il contrario del nostro sistema liberale basato sui diritti umani».

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