Caso Khashoggi, chiamato in causa re Salman

Parlamentare dem Usa accusa: «Fu Kushner a suggerire il nome del reporter a Mbs»

Roberto Fabbri

Già poche ore dopo l'accaduto, lo scorso 2 ottobre, le autorità turche sapevano che Jamal Khashoggi era stato assassinato all'interno del consolato saudita di Istanbul. Inoltre, fonti di sicurezza turche hanno riferito ad Al Jazeera che l'aggressione all'opinionista del Washington Post fu immediata: appena Khashoggi mise piede nel consolato gli saltarono addosso, lo torturarono brutalmente fino a ucciderlo tagliandogli anche delle dita dalle mani e infine il medico legale Salah al Tubaigy fece a pezzi il corpo. Nel giro di un quarto d'ora di Jamal Khashoggi non rimanevano che resti smembrati accuratamente impacchettati dalla squadra di assassini mandati da Riad.

Ora il problema per i vertici sauditi è però quello di risolvere in tempi rapidi il gravissimo problema d'immagine creato da questo terribile delitto. Si delinea anche un possibile contrasto tra l'anziano re Salman e suo figlio Mohammed («MbS»), il principe ereditario che ha di fatto in mano l'Arabia ma che viene indicato come il mandante dell'omicidio di Khashoggi. Mohammed bin Salman, infatti, avrebbe cercato di impedire che il padre comprendesse appieno la gravità delle ricadute internazionali del caso Khashoggi, ma secondo Al Jazeera (che è qatarina e fortemente ostile ai sauditi) starebbe ora cominciando ad approfondire la vicenda seguendola anche sui media internazionali e non solo su quelli del regno. Martedì avrà inizio l'evento Future Initiative, fortemente voluto da Mohammed che aveva ottenuto la partecipazione di dirigenti delle maggiori imprese mondiali nonché di altissimi esponenti del mondo finanziario e politico. Le continue defezioni legate al caso (ultima e importantissima quella del segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin) impongono a Riad la sua rapida soluzione, magari incolpandone esponenti di «servizi deviati».

Intanto continuano le indagini a Istanbul. Gli inquirenti cercano i resti di Khashoggi nei boschi attorno alla città, mentre vengono interrogati i dipendenti del consolato saudita. Ankara ha nel frattempo smentito di aver fornito agli americani la famosa registrazione audio che proverebbe il delitto: «Tutto sarà reso noto solo a indagini concluse», ha detto il ministro degli Esteri Mevlut Çavusoglu.

Ieri sera, infine, quella che potrebbe essere

solo una grossa «sparata elettorale»: secondo il parlamentare democratico Joaquin Castro, il genero di Trump Jared Kushner avrebbe indicato Khashoggi a MbS come «un nemico da eliminare». Castro però non ha fornito prove.

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