Cronache

Caso Orlandi: ossa di donna, ma adulta

Il consulente del Vaticano: «Persona di almeno 25 anni». Trovati altri resti

Caso Orlandi: ossa di donna, ma adulta

Roma Una donna ma non un'adolescente. Svolta, stando ai primi risultati di laboratorio, sulle ossa rinvenute nella sede della Nunziatura apostolica. Lo scheletro non è completo perché privo degli arti inferiori, salvo un pezzetto di femore, e con un bacino, senza sinfisi pubica, tutto da ricostruire. Ma il professor Gianni Arcudi dell'istituto di Medicina legale di Tor Vergata, consulente di parte del Vaticano, è convinto che non si tratti di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, le ragazze scomparse all'età di 15 anni nel 1983. Mentre ieri gli uomini della scientifica hanno recuperato altri resti umani, parte di un cranio e di una mandibola, arrivano le prime certezze (di parte). Apparterrebbero a una persona adulta, di sesso femminile, fra i 25 e i 35 anni di età. «Dobbiamo aspettare l'esito delle analisi - spiega Arcudi - ma la mia impressione da un primo esame è che si tratti di una persona non giovanissima, trentenne. Per la verità non ho mai avuto la sensazione che si trattasse della Orlandi».

Dopo la pulizia dei resti umani dalla terra sono stati effettuati i prelievi per estrarre gli elementi genetici da confrontare con il Dna delle due ragazze. «Per la datazione delle ossa bisognerà attendere ancora anche in base all'analisi del terriccio nel quale sono state interrate» conclude Arcudi. Notizia che non cambia lo stato d'animo delle famiglie Orlandi e Gregori. «Non sappiamo se Emanuela è morta - afferma Laura Sgrò, legale di Pietro Orlandi - e se è morta non sappiamo quando. Aspettiamo solo l'esito del Dna».

«Emanuela è viva, è in un convento a Kastoria, al confine fra Grecia e Turchia». A parlare ancora una volta è Maurizio Giorgetti, amico di Franco Giuseppucci, il «negro» capo della banda della Magliana ucciso in piazza San Cosimato, denunciato per stalking dai carabinieri di Soriano nel Cimino nonché testimone di fatti relativi al rapimento. Giorgetti era in un ristorante sul lungotevere con alcuni membri della banda fra i quali Giuseppe de' Tomasi detto «Sergio il ciccione», ovvero il telefonista «Mario» che annunciò il rapimento alla famiglia Orlandi e Angelo Cassani detto «Ciletto», braccio destro di Enrico de' Pedis e indagato per il sequestro. Il gruppetto parlava proprio della ragazza tenuta in ostaggio. «La cosa doveva durare solo due giorni - racconta a il Giornale Giorgetti -, serviva a recuperare 15 miliardi di lire prestati da Manlio Vitale allo Ior. Invece è andata in tutt'altra maniera». Vitale, detto «er Gnappa», fra le altre cose è l'autore della famosa rapina al Tribunale di piazzale Clodio.

Nonostante Giorgetti abbia contribuito a far individuare la Bmw usata per rapire Emanuela, le sue dichiarazione non sono mai state considerate attendibili.

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