La Cassazione punisce gli abusivi: «L'elettricità non è indispensabile»

Fuorilegge lo «stato di necessità» per chi si allaccia furtivamente

La Cassazione punisce gli abusivi: «L'elettricità non è  indispensabile»

Addio alla scusante dello «stato di necessità» per chi si allaccia abusivamente alla rete elettrica. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, precisando che l'energia elettrica «non è un bene indispensabile alla vita». La sentenza dell'Alta Corte è destinata a fare giurisprudenza perché, come scrivono i giudici, l'elettricità è sì «causa di agi e opportunità» ma non è vitale per la sopravvivenza.

Il concetto deve averlo capito bene la donna pugliese «sfrattata, senza lavoro e con una figlia incinta» che aveva presentato il ricorso dopo aver ricevuto una condanna in appello per furto di elettricità. La signora Concetta C, quarantaseienne residente a Francavilla Fontana in provincia di Brindisi, aveva invocato la «clemenza» dei giudici dopo essersi allacciata abusivamente alla rete elettrica. Ma per la Cassazione, che ha confermato la sentenza della Corte di Appello di Lecce del 28 settembre 2016, non bastano le condizioni «precarie e faticose» della donna per poter giustificare in qualche modo il furto di energia elettrica. Anche perché, come si legge nella decisione, il tutto era funzionale a «muovere i numerosi elettrodomestici presenti nella casa».

Inoltre la signora Concetta è stata condannata al pagamento di una multa di duemila euro da versare alla cassa delle ammende, per l'infondatezza e la pretestuosità del ricorso. Confermata anche la natura fraudolenta del reato, nonostante l'allaccio sia avvenuto «senza rompere o trasformare la destinazione del cavo». Insomma, guai in vista per i tanti ladri di elettricità presenti in tutta Italia.

Una tendenza definita da un recente dossier della Cgil come un «fenomeno di massa, suscettibile di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata», diffuso soprattutto al Sud. E intanto, ieri è stato arrestato un uomo a Civitavecchia con l'accusa di aver manomesso il contatore della propria abitazione per allacciarlo alla rete pubblica, provocando un danno economico di settemila euro.

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