Il cauto via libera dei vescovi Ma M5s fa lo spot dell'aborto

Il presidente Bassetti (Cei) non si oppone al "nuovo che avanza". I vecchi strappi grillini su coppie gay e adozioni

Il cauto via libera dei vescovi Ma M5s fa lo spot dell'aborto

«Credo che, con lo spirito critico di sempre, sia giunto il momento di cogliere la sfida del nuovo che avanza nella politica italiana per fare un esame di coscienza». Sembra il principe di Salina nel Gattopardo, sapienza mansueta di secoli. Invece a parlare è il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, nel discorso ai vescovi italiani riuniti per l'assemblea generale della Cei, che si chiuderà domani dopo tre giorni di confronto. «Il nuovo che avanza», espressione usata per definire il governo che sarà, è un via libera che trasmette anche un tocco di ironia inquieta.

C'è la «situazione di stallo e di confusione di ruoli che ha segnato l'avvio della legislatura». Messi in salvo il capo dello Stato, Sergio Mattarella («stima per la guida saggia e paziente con cui sta facendo di tutto per dare un governo all'Italia») e l'Unione europea, le stoccatine non mancano. «Ricordiamo a tutti come non basti nemmeno avere un governo per poter guidare il Paese» dice Bassetti. «Occorre - questo Paese - conoscerlo davvero, conoscerne e rispettarne la storia e l'identità; bisogna conoscere il mondo di cui siamo parte e nel quale la nostra Repubblica - cofondatrice dell'Europa unita - è desiderosa di ritornare a svolgere la sua responsabilità di Paese libero, democratico e solidale».

I potenziali punti di attrito non mancano, sui migranti, sull'Europa, sulle questioni etiche, dove la distanza con l'anima grillina è forte, anche se Luigi Di Maio ha ammorbidito le posizioni del partito. Grillo nel 2012 chiedeva le nozze gay e nel 2014 l'85% degli iscritti al blog gli dava ragione, nel 2016 in Parlamento i 5Stelle avevano ricevuto libertà di coscienza su unioni civili e stepchild adoption, l'adozione del figlio del partner del medesimo sesso. Un processo di democristianizzazione che ha escluso ogni accenno a temi controversi dal programma elettorale M5S, mentre Di Maio dichiarava: «La Chiesa è casa mia». Ma i vertici non sono la base e molti politici grillini sono su posizioni altre.

Così, il calendario dei segni ha voluto che proprio ieri, 22 maggio, la politica ricordasse i quarant'anni della legge sull'aborto. E i 5 Stelle hanno preso di mira i medici obiettori di coscienza in Lombardia, regione dove la percentuale di ginecologi che non se la sentono di praticare aborti è superiore al 70%. Così, sul blog del M5S Lombardia, si può leggere che «servono medici non obiettori» e che il Movimento «si batterà perché le cose cambino», o anche un attacco ai fondi Nasko, sostegno economico che la Regione garantisce alle donne che altrimenti si vedrebbero costrette ad abortire per motivi economici.

La povertà delle famiglie italiane, tema della campagna elettorale di Lega e M5S e possibile punto di convergenza con le posizioni della Chiesa, è più volte tornata sulla bocca dei vescovi. Il Papa, lunedì scorso, ha ammonito i pastori a usare meglio (e meno) i soldi, per non essere di scandalo ai fedeli. «Chi crede, non può parlare di povertà e vivere da faraone» ha detto con la sua consueta schiettezza.

Non meraviglia, di fronte a racconti come quello di un vescovo che si è sentito confidare da un fedele: «Non ho più nemmeno la possibilità di assicurare la merendina a mio figlio».

Tocca a chi arriva deporre le proteste e trovare soluzioni, evitare che questo «nuovo che avanza» finisca per diventare l'amara citazione di un vecchio libro di Michele Serra.

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