Giornalista, ex capo dell'Ufficio comunicazione del M5s alla Camera, autore con Marco Canestrari del libro Supernova e de Il sistema Casaleggio. Nicola Biondo in un articolo su Linkiesta.it già il 7 ottobre scorso aveva parlato della possibilità di un allargamento della maggioranza a Forza Italia, con l'assenso dei grillini per i quali Silvio Berlusconi non è più un tabù. Ma dietro le aperture degli ultimi giorni potrebbe esserci anche altro. «Tutto questo potrebbe rappresentare anche il primo tempo di un'operazione per sostituire Giuseppe Conte a Palazzo Chigi», spiega al Giornale.
Conte deve preoccuparsi?
«Non escludo che questi inviti alla collaborazione potrebbero essere il primo passo per defenestrare Conte, anche perché di fronte alla grave crisi economica e sociale che arriverà nei prossimi mesi ci sarà bisogno di qualcosa di diverso rispetto alla comunicazione fatta sulla letterina di Babbo Natale. E a quel punto lo sdoganamento di Fi apparirebbe quasi naturale».
In un contesto del genere il M5s non rischierebbe di spaccarsi?
«Se dovesse essere scissione non sarebbe una scissione di principio».
In che senso?
«Molti parlamentari di prima nomina potrebbero accorgersi di non avere più spazio per ricandidarsi nel nuovo partito di Luigi Di Maio e allora lascerebbero, usando la scusa molto forte del mai con Berlusconi».
Un Movimento che approva la collaborazione con Berlusconi non corre il rischio di diventare «un partito come l'Udeur» come disse Di Battista?
«Di Maio vuole un partito di governo e di potere e forse questo non è nemmeno un male. E poi l'alternativa di Di Battista quale sarebbe? Un partito trumpiano?».
Qualcuno nel M5s dice che sarebbe disposto ad accettare una collaborazione con Berlusconi anche per ragioni pratiche, «c'è il mutuo da pagare...»
«La stabilità della legislatura dipende anche da questo, dai quattro anni, sei mesi e un giorno necessari per maturare la pensione e dall'elezione del presidente della Repubblica. A proposito, il presidente dell'Europarlamento David Sassoli con quella frase cancelliamo il debito ha voluto mandare un messaggio al M5s in ottica di una sua possibile corsa per il Quirinale».
Se davvero Conte sparisse dalla scena l'unico leader possibile del M5s sarebbe Di Maio?
«Credo che ancora si stia mangiando le mani per non essere finito a Palazzo Chigi dopo aver portato il suo partito al 33%. Ma dopo gli Stati Generali si è ripreso il Movimento e sono sicuro che riuscirà a fare un accordo con Casaleggio».
Nessuno strappo con Rousseau quindi?
«Di Maio e Casaleggio nel 2017 hanno rifondato il M5s, penso sia impossibile uno scenario in cui Davide toglie il simbolo a Luigi o viceversa, loro due non si separeranno».
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