Berlusconi a L'Aquila dopo 10 anni: "Il governo? Spero cada ogni giorno"

Berlusconi nella "sua" new town per festeggiare il compleanno di Forza Italia: "Ogni giorno spero che il governo cada"

Berlusconi a L'Aquila dopo 10 anni: "Il governo? Spero cada ogni giorno"

Tanti applausi e "grazie presidente". L'Aquila ha accolto così Silvio Berlusconi, nel capoluogo abruzzese a quasi 10 anni esatti dal terremoto che il 6 aprile 2009 devastò la città. Una visita in occasione delle elezioni regionali del 10 febbraio, a sostegno del candidato al centrodestra Marco Marsilio, nel giorno dei 25 anni dalla prima vittoria del Cavaliere, nel 1994.

Prima della visita a una delle 19 "new town", gli alloggi del progetto Case che hanno ospitato 20mila sfollati nel post sisma, il leader di Forza Italia ha incontrato militanti e simpatizzanti nell'Auditorium dell'Ance insieme al presidente del Parlamento Europeo e vicepresidente del partito, Antonio Tajani.

"Mi auguro che questo governo cada ogni giorno che arriva", ha detto Berlusconi parlando della situazione odierna, "Vedere un governo che dice sì un giorno per dire no il giorno dopo, per dire forse il terzo giorno... Vedo un pericolo come nel 1994, quasi più grave. Questi grillini hanno le stesse idee dei comunisti di allora, anzi, loro si proclamano comunisti ma non da salotto, da strada; ma rispetto alla sinistra di allora non hanno nessuna competenza, esperienza, non sanno cos'è l'amministrazione pubblica".

Parlando poi di Forza Italia l'ex premier si è detto certo che non ci sia nessuna crisi: "C'è una grande compattezza e siamo tutti orgogliosi di essere noi a conservare i valori della democrazia occidentale", ha sottolineato, "Noi siamo quelli che nel Partito popolare europeo salvano i valori e le idealità della democrazia occidentale, che non è una democrazia qualsiasi, ma è qualcosa che arriva dalla tradizione giudaico-cristiana, dall'antica Grecia e da Roma. Se fosse lo Stato a concedere graziosamente i diritti, chi è al potere potrebbe ridurli o calpestarli. Noi siamo i testimoni e gli affermatori convinti della democrazia occidentale. Questo purtroppo in Italia non ce l'anno ben presente, cercheremo di farlo capire in questa campagna elettorale per le Europee".

E ha ribadito la "dottrina" fiscale già declinata nel suo programma alle elezioni dello scorso anno: "Noi, da quando siamo in campo, portiamo avanti l'idea dell'equazione della crescita e del benessere", ha spiegato, "Meno tasse sulle famiglia, sulle imprese e sul lavoro si traducono in più consumi, più produzione delle imprese, più posti di lavoro e più soldi nelle casse dell'Erario con cui lo Stato può aiutare meglio e di più chi è rimasto indietro. Questa formula, ovunque applicata, ha sempre portato dei risultati eccezionali. E' stata annunciata da Kennedy e, dopo la sua uccisione, è stata messa in pratica da Johnson, poi da Reagan, negli Stati Uniti, e dalla signora Thatcher in Inghilterra. In tre anni, in America, sono aumentati del 30% gli ingressi nelle casse dello Stato, il 50% dei soldi era provenuto dalle famiglie più ricche e si era fatto toccare il numero più basso di cittadini senza lavoro. È successo anche in Irlanda e in Russia".

Inevitabile una battuta su Matteo Salvini e il rischio che venga mandato a processo per la questione Diciotti: "Noi siamo garantisti e continueremo ad esserlo in tutte le occasioni", ha assicurato il Cavaliere, "Io sto guardando al futuro dell'Italia e dell'Europa e non voglio farmi coinvolgere in questo caos che si chiama governo. Il voto sull'autorizzazione a procedere? Non lo so e non mi piace pensare a queste cose". Più in generale sulla questione migranti ha tagliato corto: "Si continua a far credere che l'immigrazione sia il primo problema del Paese.

Io non vedo francamente che cosa possa svilupparsi con la discesa di 47 altri migranti che sono in una situazione precaria su una nave con un tempo non buono di fronte alla presenza di oltre 600mila clandestini che sono ancora in Italia che si dovevano inviare al loro Paese".

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