La Cei contro i due papà gay "La famiglia è tradizionale"

Il capo dei vescovi Bagnasco sulla sentenza di Trento: «Il desiderio legittimo non può diventare un diritto»

La Cei contro i due papà gay "La famiglia è tradizionale"

La Cei non lascia spazio a zone d'ombra e dice no. la sentenza della Corte d'Appello di Trento è storica: per la prima volta ha riconosciuto in Italia a due uomini la possibilità di essere considerati padri di due bambini nati all'estero grazie a maternità surrogata. Una svolta che minaccia una vera e propria rivoluzione. Un precedente questo, che potrebbe cambiare la vita di molte coppie gay. Ed è proprio per arginare qualsiasi dubbio sull'argomento che è intervenuto il cardinal Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei: «Il desiderio legittimo che ognuno può avere, non deve mai diventare necessariamente un diritto».

Ci tiene quindi a fugare ogni dubbio e ribadisce che «il bene dei bambini richiede, secondo il buon senso universale, il papà e la mamma, quindi una famiglia, dove il papà e la mamma si integrano con armonia ed efficacia per il bene e per l'amore dei propri bambini». Diverso in effetto da quanto stabilito dalla Corte di Trento per cui è stato in qualche modo favorito il legame sentimentale su quello di sangue. Il senso di genitorialità, il progetto di essere genitore, che vince sul legame biologico. Ecco dove sta la rivoluzione che spaventa l'ambiente della Chiesa.

Il dibattito è appena cominciato, e le posizioni sono diametralmente opposte tra loro. Secondo Monica Cirinnà, che ha dato il nome al ddl sulle unioni civili, invece, «la doppia genitorialità garantisce i bambini. Nel caso della sentenza della Corte di Appello di Trento, stiamo parlando di bimbi già nati e presenti in Italia, e non del modo in cui sono nati. La Corte si è interrogata su come essi siano più tutelati, se con un padre o con due padri, e ha deciso». Secondo la senatrice dem «quando il Parlamento decide di non decidere, i cittadini non si fermano e si rivolgono ad un altro potere, la magistratura».

Molto critico invece il commento del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, secondo cui la sentenza di Trento ha di fatto «dato il via libera all'acquisto di bambini e dell'utero in affitto. I magistrati liberi - ha aggiunto - alzino la voce e si facciano sentire. Per la politica il Pd ha la maggioranza e si metta a lavorare».

E un'interpellanza è stata intanto presentata al ministro della Giustizia Andrea Orlando dai senatori Carlo Giovanardi e Maurizio Gasparri. I due ricordano come, secondo il dizionario Treccani, «delinquente è persona che ha commesso un fatto previsto dalla legge come delitto, chiunque abbia commesso reato».

«Nell'ordinamento italiano - aggiungono i parlamentari- in base all'art. 12 comma 6 della legge 40 del 2004 è punito con la reclusione sino a due anni e con la multa sino a un milione di euro chi ricorre al cosiddetto utero in affitto».

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