Due paesi blindati per una manifestazione di un centinaio di profughi. Si sono trovati ieri alle 14.30 nella piazza Dante Alighieri di Conetta, nel veneziano, quelli della Coalizione internazionale Sans - Papiers e Migranti per chiedere il riconoscimento dei loro diritti. «Permesso, lavoro, dignità» urlavano. Una manifestazione dopo la morte, del 2 gennaio scorso, di Sandrine Bakayoko, ivoriana, 25 anni, ospitata nell'ex base militare, che ora accoglie oltre 1.300 richiedenti asilo.
Ieri i profughi hanno percorso tre chilometri a piedi con bandiere, striscioni e megafoni e sono arrivati fino al palazzo municipale di Agna nel padovano, accerchiato sempre più dagli immigrati. «Questa manifestazione è per denunciare i signori mercenari del sistema dell'accoglienza - hanno urlato -. Le persone sono giunte in Italia in questo freddo maledetto, in questa fabbrica di diritti negati chiamata centro di accoglienza, è una situazione che grida vendetta». I migranti hanno chiesto il permesso di soggiorno umanitario per tutti, il lavoro dignitoso per tutti e pure l'incontro con il prefetto di Venezia per la situazione a Conetta. «Noi non ci fermeremo hanno urlato -. Ci sono persone che hanno scritto che dentro il centro ci sono dei ribelli. Ma quali ribelli? Anziché parlare di persone sequestrate parlate di Sandrine».
Il 2 gennaio, lo ricordiamo, i migranti si sono impadroniti del centro, bloccando le uscite e appiccando il fuoco. Quella notte, 25 operatori, sono rimasti chiusi all'interno. Cinque, finora, i responsabili identificati, anche se per i pm non c'è stato sequestro. Ieri poi i profughi hanno attaccato i giornalisti. Hanno detto che in quel campo quella sera non c'erano i ribelli, non c'erano i sequestratori.
«Noi non ci fermeremo - hanno proseguito- senza paura». «Un comune in balia della manifestazione ha protestato il sindaco di Agna, Gianluca Piva con strade e negozi chiusi. Bisogna chiudere le basi e cambiare registro sulle politiche per l'immigrazione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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