"Centrati 10 droni iraniani". Ma Odessa è al buio

Ucraini fiduciosi: "Lugansk libero nel 2023". I russi si concentrano sul Donbass

"Centrati 10 droni iraniani". Ma Odessa è al buio

Si intravede una certa chiarezza strategica sul fronte ucraino: ma se Kiev mostra ottimismo - e la volontà di riconquistare i territori occupati, fino a dichiarare in prospettiva di poter riprendere pure la penisola di Crimea annessa da Putin nel 2014 - Mosca continua a bombardare costantemente quasi tutte le regioni: 9 quelle colpite in 48 ore. Oltre all'oblast di Kherson - città liberata e ricaduta nel buio a causa dei missili - attacchi russi su insediamenti vicino alla linea di contatto. Bersagliate dal cielo anche Sumy e Zaporizhzhia, con tre località centrate dai sistemi a lancio multiplo (Mlrs), e bombe piovute pure su Dnepropetrovsk e Kharkiv.

Le difese gialloblù, rimpolpate dagli aiuti occidentali, tengono ancora. Gli ucraini vantano almeno un risultato: su 15 Shahed-136 e Shahed-131, i famigerati droni kamikaze di fabbricazione iraniana lanciati dalla Federazione soprattutto sul Sud negli ultimi due giorni, l'esercito di Kiev ne ha distrutti ben dieci. Altri 5 sono però andati a segno, con effetti inevitabili. Due si sono abbattuti sulla «perla» ucraina, lasciando anche Odessa quasi del tutto senza elettricità. Solo gli ospedali, i reparti maternità e le infrastrutture essenziali riescono a funzionare grazie ai generatori di emergenza: «Distruzioni significative e migliaia di cittadini senza corrente», riassume il portavoce dell'amministrazione, Sergiy Bratchuk.

Le truppe russe avanzano intanto nel Donbass, che resta centrale nella guerra. Bakhmut, area chiave, è semi-distrutta. Per Mosca, «conquistate linee più vantaggiose» nonostante i contrattacchi di Kiev. Ma se la Russia parla di «60 tra militari ucraini e mercenari stranieri, un veicolo da combattimento di fanteria e due corazzati abbattuti», il capo dell'amministrazione militare della regione di Lugansk, l'ucraino Sergei Gaidai, ritiene invece che a fine inverno si possa raggiungere la linea di demarcazione fissata nel 2014, e nel 2023 liberare l'intera zona occupata. Secondo i filorussi dell'autoproclamata Repubblica popolare, la controffensiva di Kiev avrebbe già puntato Donetsk con 10 razzi Grad arrivati dentro la città.

Il confronto delle ultime ore mostra l'efficacia delle armi inviate a Kiev dall'Occidente, le sole in grado di fermare i droni di fabbricazione iraniana, fulcro del confronto tecnologico delle ultime settimane. E per la Casa Bianca, la «crescente cooperazione» tra Mosca e Teheran si sta ormai trasformando in una «partnership militare» che secondo il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, costituisce una minaccia «per tutta la regione» mediorientale, non solo per Kiev. Il Wsj parla persino di una prossima fabbrica di aerei senza pilota in Russia, con Mykolaiv e Odessa nella costante minaccia di non riuscire a bloccarli per tempo. Gli 007 britannici considerano poi probabile che la Russia abbia esaurito gran parte delle scorte di missili a corto raggio SS-26 Iskander. E che pure per questo si stringe agli ayatollah. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba conta oltre 100 missili sparati a settimana da Mosca. Attacchi dal cielo spesso respinti. Droni abbattuti. Ma dai russi è stato centrato anche l'ospedale di Berislav, a Nord lungo il fiume Dniepr. Il contesto, dice Kuleba, è una «triste verità», e cioè che «il tempo per una mediazione non è ancora arrivato». Secondo il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha poi già inviato suo nipote in pianta stabile nella parte occupata del sud dell'Ucraina, per controllare i nuovi capi nominati da Mosca.

«Nuovi Gauleiter (il termine che indicava i governatori tedeschi delle zone occupate dai nazisti nella Seconda Guerra Mondiale, ndr) stanno iniziando ad arrivare», accusa il primo cittadino; anche nella regione di Zaporizhzhia, a sua volta in preda a diffusi blackout. L'obiettivo sarebbe soprattutto saccheggiare: grano, cantine, donne e bambini.

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