Il centrodestra boccia l'intesa Gelmini: "Sulla pelle dei cittadini nessuna mediazione al ribasso"

Forza Italia ribadisce: nessuna alternativa al ddl Costa. E in Sicilia chiedono il referendum abrogativo

Il centrodestra boccia l'intesa Gelmini: "Sulla pelle dei cittadini nessuna mediazione al ribasso"

Il «lodo Conte bis» è soltanto un compromesso al ribasso sulla pelle degli italiani. Il centrodestra è compatto anche nel bocciare l'ultima trovata in fatto di prescrizione. La censura, insomma, è totale nei confronti di una riforma (quella voluta dai grillini e accettata passivamente dal Pd) che mantiene intatto un assetto pesantemente inquisitorio senza garantire la libertà e la dignità della persona. «È un governo che tira a campare su tutto, pure sulla prescrizione», sbotta Matteo Salvini. Ma la sua è solo una delle tante voci polemiche nei confronti dell'accordo stilato. «In almeno un ramo del parlamento - ricorda Mariastella Gelmini, capogruppo dei deputati azzurri - il governo non ha più la maggioranza su un argomento chiave come la prescrizione». Per Forza Italia resta in piedi soltanto la proposta di legge di Enrico Costa che con un solo articolo cancella in toto la riforma Bonafede. «Non c'è lodo che tenga - ribadisce lo stesso Costa -. Resta in piedi il concetto di fine processo mai. Bonafede ha piegato il Pd. Tutto il resto sono sterili giochi di parole». Il deputato azzurro poi ricorda i tempi in cui i dem giudicavano la stessa riforma del ministro grillino illiberale e incostituzionale. «Avevano addirittura presentato un disegno di legge che la sopprimeva - conclude Costa - e oggi invece la sdoganano pensando che nessuno se ne accorga». La situazione è così paradossale che offre anche spazio all'ironia. «È curioso: c'è un solo avvocato in Italia favorevole a cancellare la prescrizione - commenta Osvaldo Napoli (Fi) -. E quell'avvocato, guarda caso, è anche il presidente del Consiglio». Ma è anche il metodo del decreto a spingere le opposizioni alla protesta vibrata. «L'ipotesi di un decreto - commenta il senatore azzurro Renato Schifani - umilia il parlamento. Siamo di fronte a una normativa che interviene sulle garanzie costituzionali». Servirebbe almeno il dibattito d'aula e la tanto invocata riforma del processo penale ma mai presentata.

Qualcosa però si muove. Il gruppo di Forza Italia dell'Assemblea regionale siciliana ha depositato una proposta di referendum abrogativo della riforma Bonafede. «Il processo penale - commenta Tommaso Calderone, capogruppo azzurro a Palazzo dei Normanni - non può durare tutta la vita». Se l'assemblea dovesse votare sì alla proposta, questa verrà trasmessa alla Corte di Cassazione, e in seguito alla Corte costituzionale (solo in caso, però, che altri quattro Consigli regionali votino la stessa proposta). Una proposta questa che potrebbe fare da apripista almeno per le Regioni guidate dal centrodestra.

Questa compattezza, però, si sfalda sul fronte delle prossime elezioni. Si registra infatti, una schermaglia tra alleati in Campania. Il coordinatore campano della Lega, Nicola Molteni, sostiene che non tutti i giochi sono chiusi. Si deciderà, dice, dopo il 18 febbraio Salvini presenterà a Napoli una rosa di nomi.

Immediata la replica del senatore Domenico De Siano, coordinatore azzurro della Campania: «Il centrodestra unito è un valore aggiunto e il lavoro della Lega prezioso; ma il nome di Stefano Caldoro è stato votato all'unanimità dall'ufficio di presidenza di Fi, usando lo stesso metodo usato dalla Lega per scegliere in Umbria la Tesei e in Emilia la Borgonzoni».

PFB

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