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Centrodestra, Salvini a Berlusconi: "Gli alleati rimangano alleati"

Il leghista insiste sulla lista unica: "Ciascuno faccia un passo indietro per le sue ambizioni personali di partito". E avverte: "Mettiamo davanti la squadra"

Centrodestra, Salvini a Berlusconi: "Gli alleati rimangano alleati"

Ora che elezioni politiche sono sfumate, Matteo Salvini guarda ai prossimi appuntamenti che interesseranno diverse Regioni in tutta Italia. Il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico si stanno già attrezzando per presentarsi uniti e arginare l'avanzata del centrodestra che da tutti gli ultimi appuntamenti elettorali è uscito pienamente vincitore. "Mi auguro che la facciano perché sarebbe ancor più chiaro che i grillini hanno finito la loro parabola come pezzettino della sinistra", dice il leader della Lega a margine di un comizio a Caorso, nel Piacentino. I prossimi risultati potranno essere letti come una prova per quando tutti gli italiani potranno tornare a votare. Tanto che l'ex ministro dell'Interno continua a insistere sulla lista unica e invita Silvio Berlusconi, dopo l'intervista concessa al Giornale, di "mettere davanti la squadra".

Il primo appuntamento elettorale è per il 27 ottobre quando gli umbri saranno chiamati a scegliere il nuovo governatore. Lì grillini e democratici si sono denunciati fino all'altro ieri. "Hanno arrestato un po' di uomini del Partito democratico su denuncia dei Cinque Stelle...", ricorda Salvini. "Ecco se dalle denunce passano all'inciucio anche in Emilia Romagna, io rido e vinciamo lo stesso...". Durante il comizio a Caorso riconosce, tuttavia, che la sinistra è tornata in pista. "Sono rientrati dalla finestra dopo che gli italiani li hanno buttati fuori dalla porta". Per questo, è il suo proposito, il centrodestra deve lavorare per "liberare intere regioni Italiane come l'Emilia Romagna e l'Umbria che da decenni sono mal governate dalla sinistra". Per questo invita "gli alleati a rimanere alleati". "Ciascuno faccia un passo indietro per le sue ambizioni personali di partito e metta davanti la squadra", chiosa rilanciando proprio per l'Emilia Romagna la candidatura di Lucia Borgonzoni.

Domani Salvini sarà in piazza a Montecitorio, in concomitanza con il voto di fiducia della Camera al governo Conte bis. "Sarà una piazza senza bandiere di partito e senza simboli", spiega durante il comizio nel Piacentino. Poi domenica prossima sarà a Pontida e il 19 ottobre guiderà la manifestazione del Carroccio nella Capitale. Per questo domani "le bandiere di partito possono fare un passo indietro. Chi c'è è libero di esserci", insiste rimarcando che sarà una protesta "pacifica e a volto scoperto", dove i poliziotti possono stare "tranquilli", non come quando scendono in piazza i centri sociali. "Non vedo dove stia il problema rispetto a gente che sta in Parlamento e in piazza", chiosa poi in polemica con Forza Italia che ha deciso di fare opposizione in Aula e non con le bandiere. "Noi facciamo il nostro lavoro in Parlamento, nei Comuni e nelle Regioni - incalza l'ex ministro - però rappresentiamo i milioni di italiani che sono indignati per un governo che non sta né in cielo né in terra e per un Partito democratico che ha perso tutte le elezioni possibili negli ultimi due anni e si ritrova al governo con le operazioni dei Renzi, dei Lotti, delle Boschi, dei Franceshini, degli Zingaretti".

Nel suo intervento Salvini non fa sconti ai giallorossi e svela dove nasce l'operazione di tenere Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, con un'altra maggioranza in parlamento a sostenerlo. "A Berlino, a Bruxelles e a Parigi - accusa - stanno stappando spumante perché evidentemente pensano che l'Italia sia tornata un Paese servo o di serie B e quindi danno qualche mancetta o qualche elemosina". Come già fatto in passato, il leader leghista dice chiaro e tondo di non vober crescere i propri figli "in un Paese servo che dipende dalle scelte di Parigi o di Berlino". Per questo sta lavorando per andare alle elezioni quanto prima e tornare a governare. "Questi (i gialloross, ndr) - assicura - possono stare attaccati alla poltrona per qualche mese non non all'infinito". D'altra parte, ancor prima di incassare la fiducia del Parlamento, grillini e democratici hanno già iniziato a scannarsi: sulla tav, sulle autostrade, sulla giustizia, sull'autonomia, sulle tasse, su quota 100 e sulla riapertura dei porti.

"È chiaro che è una manovra di palazzo", conclude.

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