di Arturo DiaconaleI servizi segreti Usa indicano che più si moltiplicano i raid aerei alleati e russi in Siria contro il califfato, più l'Isis si sposta in Libia per utilizzare il petrolio libico per finanziarsi come fa con quello iracheno.La crisi internazionale che infiamma parte del Mediterraneo rischia di investire anche il nostro paese. Il nostro territorio può ritrovarsi in prima linea nello scontro con il califfato islamico da un momento all'altro. E la nostra economia può essere colpita, sempre in maniera improvvisa, dall'interruzione del flussi petroliferi provenienti dalla Libia.Rispetto a questa drammatica eventualità il paese risulta del tutto impreparato. Lo è da un punto di vista morale e culturale visto che il pensiero unico dominante stabilisce come postulato l'impossibilità concettuale di essere risucchiati in un qualche conflitto dichiarato. Lo è rispetto alla questione della difesa il cui sistema è predisposto per le missioni internazionali di pace ma appare assolutamente inadeguato per fronteggiare emergenze più gravi. Ma lo è, soprattutto, per quanto riguarda la stabilità e la credibilità di un governo che è roso dalle lotte intestine del Partito democratico e che si regge essenzialmente sulle divisioni del centrodestra e sulla totale inaffidabilità dell'opposizione costituita dai Cinque stelle.Un governo che a dispetto del suo leader «gloriosus» appare così debole da non essere nemmeno riuscito a chiedere alla Ue di non ignorare il problema dell'Isis in Libia, non è in grado di fronteggiare alcuna emergenza internazionale. Di qui l'assoluta necessità di ricostruire e consolidare l'unica alternativa credibile e possibile al centrosinistra dilaniato dalla lotta tra renzismo ed antirenzismo, cioè il centrodestra. E di compiere questa operazione al più presto puntando non solo alla riaggregazione dello schieramento moderato ma anche al suo allargamento all'area in grado di intercettare gli interessi ed i valori di quella parte della società nazionale animata da autentici valori civici. Fino ad ora si è sempre parlato di società civile come alternativa a quella politica. Ma chi ha proposto di sostituire la seconda con la prima è risultato un mistificatore e la società civile che si è candidata alla sostituzione si è rivelata inadeguata.Nel frattempo si è fatta largo spontaneamente nei comuni e nel territorio una massa sempre più ampia di movimenti animati da forte spirito civico.
Ed è a questa società civica che si deve fare riferimento per innervare e rilanciare lo schieramento moderato portatore naturale dei valori di libertà e di comunità contenuti nello spirito civico. Il progetto è estremamente ambizioso. Ma lo stato d'emergenza che domina il paese lo giustifica. In fondo la scoperta del civismo non è altro che il ritorno allo spirito del '94!- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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