Elezioni politiche 2022

Certezza del Cav: "Fi non è coinvolta"

Berlusconi sul caso dei fondi russi: "Il Pci è l'unico ad aver preso soldi da Mosca"

Certezza del Cav: "Fi non è coinvolta"

La questione russa torna di prepotenza nell'agenda della campagna elettorale chiamando tutti i leader a prendere posizione. Silvio Berlusconi non ha difficoltà, a esempio, ad allontanare ogni sospetto su Forza Italia. «Le rassicurazioni del Copasir ovviamente mi fanno piacere - spiega il leader azzurro intervenendo a Controcorrente su Retequattro -. Ma di questa vicenda davvero non so nulla, se non quello che leggo sui giornali e sulle agenzie di stampa». «Solo due cose posso dire con certezza - aggiunge -: prima di tutto che Forza Italia naturalmente non è coinvolta in alcun modo in questa faccenda. Il nostro finanziamento è quanto di più trasparente ci può essere anche perché fino a quando la legge lo ha consentito me ne sono fatto carico integralmente io. La seconda certezza è che gli unici fondi provenienti da Mosca che finora sono stati dimostrati e accertati sono quelli che ha incassato il Partito comunista italiano per tutti gli anni della guerra fredda, anche quando i missili nucleari sovietici erano puntati sul nostro Paese. E questo è nell'album di famiglia della sinistra italiana, fa parte di una storia che non hanno mai rinnegato».

La sinistra finisce nel mirino di Berlusconi anche per l'idea di vedere nel voto del 25 settembre una sorta di referendum per facilitare l'uscita del nostro Paese dalla Ue. Il leader azzurro rigetta sdegnato l'idea e mette a garanzia l'europeismo convinto di un partito, Forza Italia, costola fondamentale del Partito popolare europeo. «Il voto del 25 settembre - spiega Berlusconi - è il referendum fra chi accetta che le cose in Italia non cambino mai e chi è pronto a scommettere su un governo che sia per la prima volta dal 2008 espressione della maggioranza degli elettori italiani». E più è alta la presenza degli azzurri nel prossimo Parlamento, dice il leader di Forza Italia, e più garantita è la fedeltà del Paese alle istituzioni europee. «Nel prossimo governo - avverte - noi saremo garanti del profilo europeista e atlantista della coalizione. E non solo. Saremo il motore dell'attività di governo, metteremo a disposizione la nostra grande esperienza di governo. Saremo il cuore del governo. Del resto siamo parte integrante del Ppe, il partito che guida le istituzioni europee, che esprime in Europa le massime cariche, a partire dalla signora von der Leyen presidente della Commissione Europea. Come potremmo essere contro l'Europa?»

Berlusconi è entrato anche nel merito della querelle che in questo momento divide i suoi alleati. Da una parte al Meloni che mostra prudenza per quanto riguarda l'idea di creare nuovo debito per venire a famiglie e imprese colpite dalla crisi energetica. Dall'altra che il leader leghista che ritiene difficile non ricorrere a questa misura estrema per arginare il dramma economico e sociale che stanno vivendo milioni di italiani. «Nuovo debito? Dobbiamo fare di tutto per evitare di ricorrervi - dice Berlusconi - Più urgente, però, è bloccare a qualunque costo i rincari delle bollette per evitare di scatenare una vera e propria tempesta perfetta sulla nostra economia, fatta di inflazione, recessione, disoccupazione».

Berlusconi offre anche una soluzione mutuata da uno studio inglese. «Bisognerebbe creare un fondo - dice - garantito dallo Stato ma finanziato dal sistema bancario, al quale possano attingere a tasso zero o quasi le imprese distributrici di energia, a patto di evitare gli aumenti in bolletta.

Naturalmente la remunerazione alle banche andrebbe garantita dallo Stato, che avrebbe però solo quest'onere, che è compatibile con gli attuali margini del bilancio, senza scostamenti».

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