Che beffa: col trucco ci hanno lasciato soltanto i clandestini

Grazie a Renzi, Alfano e al piano Juncker l'Italia rischia di dover ospitare più di 134mila migranti provenienti da Paesi dove non ci sono guerre. E che nessuno vuole

Che beffa: col trucco ci hanno lasciato soltanto i clandestini

Grazie a Matteo Renzi e Angelino Alfano l'Italia s'è fregata con le proprie mani. E scoprirà a breve di non aver rifugiati da spartire con il resto dell'Europa. La tragicomica verità emergerà non appena verrà approvato il piano per la ripartizione di 160mila migranti voluto dal presidente della Commissione Ue Claude Juncker. Stando al piano l'Italia dovrebbe sbarazzarsi di 39mila600 richiedenti asilo siriani ed eritrei. Ma il condizionale è d'obbligo. Il governo italiano rischia infatti di non riuscire a mettere insieme neppure l'esigua quota di migranti concessaci da Claude Junker. E di dover, invece, sobbarcarsi per sempre più di 134mila migranti irregolari provenienti da Paesi dove non ci sono né guerre, né persecuzioni. E di cui, soprattutto, nessun Paese europeo si farà mai carico. Mentre la crema dell'immigrazione, o almeno la sua parte più degna d'accoglienza, si sistemerà in Germania, Francia e Spagna noi ci ritroveremo a far i conti l'eccedenza rifiutata da tutti.

Per comprendere il perché di questo mistero buffo bisogna partire dalle politiche adottate dal Governo Renzi e dal suo ministro dell'Interno per fronteggiare la crisi immigrazione. Come lo stesso Alfano ammette pubblicamente (intervista al Corsera del 31 agosto scorso) il caposaldo di quella politica è l'espediente della mancata identificazione di eritrei, siriani e di quanti preferiscono proseguire verso il nord Europa. Un piccolo stratagemma che oltre ad aver distrutto la credibilità di un'Italia considerato ormai largamente inaffidabile da Germania e Francia, rischia ora di metterci definitivamente all'angolo.

Per capirlo basta esaminare i dati su sbarchi e richieste d'asilo del Ministero dell'Interno. I 30mila 493 eritrei e i 6.546 siriani sbarcati dal primo gennaio al 31 agosto 2015 già non bastano a raggiungere la quota di 39mila600 unità prevista per noi. Ma attenzione perché le regole del piano Juncker prevedono che soltanto i «richiedenti asilo» vengano suddivisi. Ed è qui che l'Italia si ritrova prigioniera della trappola per topi da lei stessa confezionata. In base agli ordini impartiti da Alfano alle forze di polizia la maggior parte dei 30mila 493 eritrei e 6546 siriani arrivati nel 2015 non è stata identificata e ha già lasciato l'Italia. O vaga sul nostro territorio in attesa di farlo. Di certo solo poche centinaia di quei 37mila fantasmi stanno chiedendo asilo da noi. Per capirlo basta esaminare le 11.247 richieste d'asilo presentate a gennaio e febbraio, le più recenti pubblicate dal sito del Viminale. Esaminandole scopriamo che le nazionalità più attive nel cercar asilo in Italia sono il Gambia (1.639 richieste) seguite da Senegal (1.194), Nigeria (1.310), Pakistan (1.183), Ucraina (807). Insomma c'è di tutto e di più, ma siriani ed eritrei sono soltanto 64 e 81. Un'esigua minoranza in un mare di richieste presentate da migranti che non scappano da nessuna guerra. Il dato diventa ancor più incredibile se lo confrontiamo con i 40mila 595 siriani e i 34 mila 198 eritrei sbarcati nel 2014. Quei 74mila 793 siriani ed eritrei sono, insomma, la componente più numerosa dei 170mila immigranti sbarcati in Italia nel 2014. E sono seguiti a buona distanza da 9.569 abitanti del Mali, 8.901 nigeriani, 8.188 gambiani, 5.832 palestinesi e 5.531 somali. Eppure le richieste di asilo di siriani ed eritrei alla fine del 2014 sono solo 505 e 480. Grazie al sotterfugio della mancata identificazione quasi 74mila persone sono insomma letteralmente scomparse dalla faccia nostro paese.

Quel miracolo tutto italiano esibito con orgoglio da Alfano rischia però di fare i conti con la realtà. E non è una realtà facile. Se, come sembra, la maggior parte dei 37mila siriani ed eritrei sbarcati quest'anno sono scomparsi al pari dei 75mila del 2014 non avremo alcunché da suddividere con i nostri partner europei. Mentre dovremo rassegnarci a convivere con i 64mila richiedenti asilo del 2014, provenienti da paesi come Nigeria, Mali Gambia, Pakistan, Senegal.

E con gli oltre 70mila arrivati quest'anno da Nigeria, Sudan, Gambia, Senegal, Mali e Ghana. Oltre 134mila disgraziati alla ricerca esclusivamente di fortuna che nessun paese europeo vorrà mai accollarsi al posto nostro.

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