"Che problema è se ama il foulard?". E la Cattolica non fa retromarcia

Il direttore del master: "È competente anche se tradizionalista"

"Che problema è se ama il foulard?". E la Cattolica non fa retromarcia

Milano - L'Università Cattolica non prende provvedimenti e il direttore del master non si pente. Per il professor Paolo Branca, inserire Gabriele Iungo fra i docenti del corso post-laurea non è stato un errore. «I musulmani sono di vario tipo - spiega - e io non li posso fabbricare come voglio. Non vado a scegliere quelli che piacciono a me, cerco quelli competenti e disponibili». E Gabriele Iungo, per Branca, è «competente e tradizionalista». Il caso dell'ateneo ambrosiano è sorto proprio sugli orientamenti del giovane italiano di fede musulmana, chiamato come esperto del master «Fonti, Storia, istituzioni e norme dei tre monoteismi: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Le religioni di Abramo». Gli imbarazzi sono legati ad alcune esternazioni di Iungo, che fra i molti argomenti, non ha mancato di far conoscere il suo parere sulle donne, contrapponendo la «dignità regale» di quelle velate alla «penosa difficoltà» delle donne sui tacchi. Secondo l'ufficio stampa della Cattolica, l'articolo che racconta il caso «riporta un'immagine distorta e del tutto inveritiera dell'Ateneo». In ogni caso - precisa - le opinioni di Gabriele Iungo non rappresentano la posizione dell'Università. I suoi giudizi sull'abbigliamento femminile, espressi in un suo profilo social, sono del tutto personali, e non ci risulta neppure siano stati esplicitati in contesti in qualsiasi modo riferibili all'Ateneo». «Iungo - si precisa - non è strutturato e non ha la titolarità di alcun insegnamento nei corsi di laurea; egli risulta soltanto fra i componenti della faculty di un corso di master dedicato allo studio dei monoteismi e al dialogo interreligioso». «Io - dice Branca - per due sere alla settimana dirigo gratis questo master, faccio questo tentativo di studiare insieme, docenti e studenti, i tre monoteismi, e va bene anche il tradizionalista se non viene a fare l'apologia del fondamentalismo». «Ma in che sistema viviamo se l'unica cosa che interessa è un professore che esprime la sua preferenza per il foulard? Non il niqab o il burqa ma il foulard, lo stesso che hanno le suore».

«Io - conclude - da 9 anni cerco di regalare alle carceri milanesi dei libri di letteratura araba da me selezionati e non ci riesco. Poi diciamo che dobbiamo fare qualcosa contro la radicalizzazione nelle carceri? Non c'è modo di regalarglieli e vorrei sapere il perché».

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