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Chi è la "manina" denunciata da Di Maio. Il M5s ora grida al complotto

Il Fatto punta il dito sulla Direzione generale delle Finanze. Scontro M5s-Lega. Giorgetti via prima dal cdm

Chi è la "manina" denunciata da Di Maio. Il M5s ora grida al complotto

Una "manina" ha modificato il testo del decreto fiscale, collegato alla manovra, inserendo delle norme sul condono e lo scudo fiscale per i capitali all'estero prima di inviarlo al Quirinale. L'accusa choc arriva direttamente dal vicepremier e leader dei 5 stelle, Luigi Di Maio che, durante la registrazione di Porta a Porta, annuncia che oggi presenterà una denuncia in procura. Non solo. Il ministro dello Sviluppo e del Lavoro avverte: se il testo del decreto non sarà modificato "noi non lo votiamo". Passano pochi minuti e dal Quirinale, con una nota secca, fanno sapere che non è pervenuto alcun testo. Una precisazione irritata con la quale il Colle prende le distanze molto duramente da una polemica che cerca di tirare in ballo le istituzioni in un braccio di ferro che è tutto politico. Un tentativo che Mattarella stoppa subito, mentre la Lega controreplica al M5s e Giuseppe Conte cerca di rimettere in ordine i passaggi come Costituzione e prassi prevedono. Dopo la durissima nota del Colle, Di Maio, sempre ospite del salotto di Vespa, corregge il tiro e abbassa i toni: "Ai miei uffici è stato riferito che il testo era giunto al Quirinale. Se il testo non è ancora arrivato al Quirinale allora basterà lo stralcio di quella parte e non sarà nemmeno necessario riunire il Cdm", spiega.

Parole ben differenti da quelle pronunciate prima, quando aveva detto: "Non so se è stata una manina politica o una manina tecnica, in ogni caso domattina si deposita subito una denuncia alla procura della Repubblica perchè non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato". Intanto Conte oggi prova a sedare gli animi: "Venerdì sarò a Roma: lo controllerò come si fa sempre, articolo per articolo. Verrà mandato al Quirinale un testo conforme alla volontà deliberata nel corso del Consiglio dei ministri. Tra Lega e M5S, continua Conte non c'è nessuna frattura". In realtà lo scontro è lampante.

"Questa manina vogliamo assolutamente tagliarla. Non è più accettabile che ci siano queste situazioni. Non voglio commentare bozze che girano per i Ministeri. Noi abbiamo detto che in questa bozza che circolava il governo non ha messo lo scudo fiscale per i capitali e l'impunibilità per chi evade. Bisogna capire cos'è successo. Taglieremo sicuramente queste parti e vogliamo assolutamente tranquillizzare tutti sul fatto che nel testo definitivo non ci saranno questi punti. Poi, per quanto riguarda la manina, è una cosa grave e cercheremo di capire da dove sia arrivata. Non credo assolutamente che c'entrino i nostri alleati di governo, credo che ci sia qualcuno che nelle fasi di passaggio del testo nei ministeri possa aver aggiunto quella parte. Sono stati gli uffici dei ministeri? L'avete detto voi…", afferma Sergio Battelli, deputato del M5S, su Radio Cusano Campus.

"È evidente, tutti sapevano", ribatte il viceministro dell'Economia Massimo Garavaglia (Lega). Che a chi gli chiede se anche il vicepresidente del Consiglio conosceva il testo del decreto ha replicato: "Non lo so, lo chieda a lui".

Ma di chi è questa manina?

Secondo il Fatto quotidiano è quella della Direzione generale delle Finanze diretta da Fabrizia Lapecorella. Non è chiaro però come la bozza sia stata scritta e chi abbia avuto voce in capitolo sulla scrittura finale. Il testo è frutto del lavoro della Direzione generale Finanze che dipende dal ministro dell'Economia Giovanni Tria. Dal canto loro però i funzionari del Mef assicurano di aver solo eseguito le indicazioni della presidenza del Consiglio che vengono dal sottosegretario, Giancarlo Giorgetti. Quest'ultimo è finito sotto il fuoco degli alleati. Eppure la Lega precisa che Giorgetti non era presente e lunedì sera ha lasciato prima la riunione del Cdm in cui è stato approvato il decreto fiscale e non è rimasto fino al voto finale e non ha neanche firmato il verbale conclusivo. Di Battista intanto è sceso in campo per soccorrere Di Maio: "Intanto grazie a Luigi e alla denuncia che ha fatto un paio di porcate pro-evasori non passeranno. Consiglio a tutti di concentrarsi su questo. Io, da cittadino, mi sento di ringraziarlo perché è chiaro che finalmente c'è chi sa dire NO. Farlo dall'opposizione era più facile.

Farlo al governo dimostra il valore di un uomo".

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