Chiudere le disco è demagogia Così la droga si venderà al bar

Chiudere il Cocoricò è solo demagogia: basterebbe far rispettare le leggi che già esistono

Chiudere le disco è demagogia Così la droga si venderà al bar

Chiudendo una delle discoteche più frequentate d'Italia si combatte la droga? È soltanto rispondendo a questa domanda che ha senso commentare la decisione della questura di Rimini di apporre i sigilli al Cocoricò per i prossimi quattro mesi. E la nostra risposta è no. Abbiamo l'impressione che l'Autorità abbia proceduto perché comunque si doveva fare qualcosa, per dare una risposta mediatica. Se veramente all'interno di quella discoteca «avveniva di tutto» si sarebbe potuta usare la legge ben prima di una tragica morte. Posto che i gestori del locale continuano a dire di aver messo in campo molti accorgimenti per frenare il fenomeno. Siamo certi che in quel club (come in molti altri) avvengano cose che mediamente un genitore non vorrebbe che i propri figli minorenni facessero. Recentemente un ragazzino poco più che adolescente è morto dopo aver assunto una pillola maledetta.

Probabilmente quella stessa sera centinaia di suoi coetanei stavano facendo la stessa cosa in ambienti simili. E poco vale capire se quella sostanza e quel pusher fossero all'interno della discoteca o, come alcuni sostengono, la prima dose sia stata venduta nella città da cui proveniva il ragazzo.

Resta il collegamento: droga-morte-discoteca. Chiudere una discoteca equivale a proibire uno spazio, un luogo, non un comportamento. Impedire che la gente si ammazzi in macchina lo si fa con l'educazione e i controlli, non chiudendo un tratto autostradale. Si dirà che precisamente in quel luogo si consumano dei reati. Perfetto: sanzioniamoli. I reati sono sempre individuali.

Qualcuno veramente pensa che un potenziale assuntore di metanfetamine, orfano in questi mesi del Cocoricò, si astenga dal rischiare la vita altrove?

Se una pillola di mdma viene ingurgitata davanti a un baracchino che vende bibite e salamelle, cosa faccio? In realtà, come spesso avviene, dobbiamo dare in pasto all'opinione pubblica un colpevole. E quello che abbiamo a disposizione si chiama Discoteca.

Guardate che questa storia si ripete ciclicamente e come un fiume carsico i giornali raccontano ad ondate delle droghe killer, delle discoteche da sballo e così via. Un provvedimento di sequestro o di chiusura dà il senso che qualcosa sia stato fatto, che lo Stato ci sia, ma purtroppo non serve a niente. Anzi.

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