Ciò che pretende Luigi Di Maio è il diritto al genocidio. E chiede un piccolo applauso d'incoraggiamento. L'intellighenzia di sinistra, benevola, concede. Il giovane leader incarna un nazional-socialismo meridionale alle cozze: vuole la pulizia etnica per i quattro milioni e seicentomila italiani che hanno votato Forza Italia e Silvio Berlusconi. Per lui, per loro, non si tratta di veri cittadini ma di Untermench, sotto-uomini privi del diritto di esistere. Questo giovane e chi lo teleguida hanno incamerato il 4 marzo molti milioni di voti di scambio promettendo reddito a sbafo e la liquidazione di Berlusconi nell'arena del Colosseo.
Al di là del voltastomaco fa, fanno, anche tenerezza perché sono hitleriani a loro insaputa: insegnano alle loro masse che i mali del Paese dipendono da un nemico interno, una minoranza da liquidare. Per se stessi si sono riservati la parte degli ariani del bene. E nel loro candore non si spiegano perché mai Berlusconi punti i piedi di fronte alle loro foibe, sia pure a cinque stelle. Ora, i cinque milioni di voti a Berlusconi sono pari alla metà del Belgio. Per liquidarli tutti, sia pure politicamente, occorrono dei lager, sia pure mentali.
Di Maio non si perde d'animo perché non si rende conto che rifiutare non un programma ma persone in carne e ossa, è razzismo.Lui e i suoi vivono nella camicia di forza in cui si sono ficcati e piuttosto che uscirne preferiscono estenderla a tutto il Paese. Che rivoluzione. Che programma. Chissà che invidia, all'estero.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.