Politica

Il circo folle delle chiusure

Vien da pensare che forse questo è davvero il virus più pazzo del mondo. Anzi, forse a essere diventati pazzi siamo proprio noi, almeno a cercar di inseguire questo caleidoscopio di colori con cui il governa cerca di vestire i nostri arresti domiciliari

Il circo folle delle chiusure

Vien da pensare che forse questo è davvero il virus più pazzo del mondo. Anzi, forse a essere diventati pazzi siamo proprio noi, almeno a cercar di inseguire questo caleidoscopio di colori con cui il governa cerca di vestire i nostri arresti domiciliari e le troppe lingue diverse parlate dai Palazzi del potere: politico, economico e giudiziario a cui sembra essersi aggiunto oggi anche quello scientifico. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere per i troppi morti che continuano a rendere così lugubre il bollettino di fine giornata e i nostri pensieri. E così succede che il sindaco filo Pd di Milano Giuseppe Sala aggredisca alle spalle il governatore leghista Attilio Fontana che vorrebbe difendere i lombardi da una «zona rossa» imposta da Roma con i dati di quindici giorni prima. Cosa che pare evidentemente assurda. L'accusa è di aver chiuso le scuole chiedendo ora di aprire le strade, a cominciare da quelle dello shopping. Potrebbe essere anche vero, se non fosse che la prima a voler suonare la campanella delle superiore è proprio la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina che fa parte di un governo a guida 5Stelle e di cui quel Pd che tanto ama Sala (essendone riamato) è evidentemente il socio di maggioranza. Ma non basta, perché a chiedere a Regione Lombardia di riaprire le scuole è stato anche un atto ufficiale come la sentenza pronunciata dal Tar giusto tre giorni fa per imporre a Fontana di rimandare i ragazzi in classe. E così un governo che chiede con un suo ministro di riaprire le scuole, appoggiato per di più dalla pronuncia delle toghe, impone con un decreto del suo primo tra i ministri la chiusura dell'intera regione. Mentre il sindaco della principale città di Lombardia rimprovera il suo governatore di aver chiuso le scuole e allo stesso tempo di voler aprire i negozi. In tutto questo, tanto per non farci mancare niente, un altro fiore all'occhiello del Pd come Giorgio Gori, il sindaco di una città che è appena stata nell'occhio del ciclone e della pandemia e che ha gridato per settimane alla mancata istituzione per tempo della «zona rossa», oggi vorrebbe invece chiedere una deroga e tenerla aperta. Una specie di lasciapassare, la richiesta di privilegi da piccola città Stato che non potranno che generare proseliti fra altri sindaci desiderosi di mettersi in buona luce con i loro concittadini contestando il governo. In tutto questo continuano le campane a morto battute dai virologi, le nuove virostar che in diretta tivù a ogni ora del giorno danno ai politici degli incapaci e ordinano come ricetta le chiusure il più totale possibile. Tante voci diverse e nessuna soluzione.

Per una situazione grave e che di sicuro non è semplice, ma a cui questa gran Babele non fa certo bene.

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