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Civati presenta i suoi refendum anti-Italicum

Civati raduna costituzionalisti e dissidenti dem per ostacolare la legge elettorale e la riforma del Senato

Civati presenta i suoi refendum anti-Italicum

Un nuovo Parlamento. Questo il titolo del convegno organizzato dall'associazione Possibile di Pippo Civati per parlare di riforme costituzionali e presentare i quesiti referendari contro l'Italicum.Tra il pubblico anche alcuni esponenti della minoranza Pd come Vannino Chiti, Walter Tocci, Paolo Corsini e Corradino Mineo. Nella prima parte, moderata dalla senatrice civatiana Lucrezia Ricchiuti, il costituzionalista Andrea Pertici ha esposto le criticità della riforma del Senato e gli effetti che produrrebbero i due referendum presentati.

Il primo va ad eliminare i nominati e le pluricandidature dei capilista bloccati, mentre il secondo cancella il ballottaggio prevedendo il premio di maggioranza solo nel caso in cui un partito raggiunga il 40%. In caso contrario i seggi verrebbero ripartiti semplicemente in base al sistema proporzionale. "Il ballottaggio di solito viene usato quando si vota per una persona. Con l'Italicum – spiega Pertici- si votano due simboli vuoti. Nel primo caso, con un voto, si elegge una persona, nel secondo con un solo voto si eleggono decine e decine di persone. Per quanto riguarda le preferenze, la domanda è: se vanno bene per gli altri non si capisce perché debba esserne escluso il capolista?”.

Pippo Civati si è rivolto a tutte le forze politiche dell'opposizione perché lo appoggino in questa battaglia senza nascondere le difficoltà legate al quorum: “Metto a disposizione questi quesiti ai partiti e a quanti si sono opposti all'Italicum. Se c'è un riscontro politico e i partiti lo sostengono allora non ci sono problemi né organizzativi né di numeri. È chiaro che Civati da solo non fa un referendum: non sono pazzo a pensarlo”. Chi, invece, non crede nello strumento referendario è il grillino Danilo Tolinelli che invece punta sulla riforma del Senato: “Per il pragmatismo che ci contraddistingue abbiamo deciso di focalizzarci sul referendum confermativo relativo alla riforma del Senato. Così affossiamo entrambe le riforme”.

Nel corso del convegno, infatti, si è parlato molto della riforma del Senato. Gli altri ospiti, tra cui l'ex parlamentare Roberto Zaccaria, hanno posto l'accento sul fatto che il nuovo Senato rischia di diventare un dopolavoro normativo che rettifica leggi già decise a livello governativo, mentre le Regioni verrebbero svuotate di molti poteri sulle materie concorrenti, ma i senatori, espressione dei territori continuerebbero a esprimersi su temi di carattere costituzionale. Il politologo Gianfranco Pasquino ha invece smontato l'idea che, con l'Italicum si abbia l'elezione diretta del premier: “Nemmeno in inglese c'è la traduzione di premier forte, non esiste la figura dello strong premier”. “Non c'è nessuna democrazia parlamentare, eccetto la Grecia, - ha proseguito il politologo - che ha un premio di maggioranza. In tutta Europa ci sono coalizioni pre-elettorali che hanno due pregi. Il primo: rappresentano meglio il Paese. Il secondo: proprio per la loro natura portano alla moderazione nei programmi e all'esclusione delle estreme”. Anche la senatrice Anna Maria Bernini, dopo aver confermato che Forza Italia a Palazzo Madama voterà contro la riforma del Senato, si è scagliata contro l'idea che l'Italicum possa portare a un premier forte: “Se si fosse voluto fare questo si sarebbe fatta una riforma costituzionale con il premierato come abbiamo fatto noi nel 2005 con la sfiducia costruttiva e una norma anti-ribaltone”.

Civati, a conclusione dell'incontro si è invece rivolto ai suoi ex colleghi di partito chiedendo di opporsi alla riforma del Senato: “Perché non votate contro? Se la blocchiamo evitiamo i convegni come questo. Se, invece, facciamo i comitati referendari sulla riforma costituzionale adesso è come dire che è già passata e la battaglia è già persa”.

“E anche sui referendum, chi l'ha detto che il risultato è già scontato?”, ha concluso il battagliero Civati.

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