Clochard ucciso, l'assassino: "Un raptus ora sono pentito"

Clochard ucciso, l'assassino: "Un raptus ora sono pentito"

«Sono pentito e confuso». Giuseppe Pecoraro, il benzinaio 45enne che ha arso vivo per gelosia il senzatetto Marcello Cimino, suo coetaneo, lo ha ripetuto dinanzi al giudice delle indagini preliminari Walter Turturici che lo interrogava ieri pomeriggio in carcere al Pagliarelli, a Palermo. Che non lo rifarebbe più lo aveva già detto il giorno prima quando, dopo una confessione senza pentimento, giunta solo dinanzi al video che lo incastra immortalandolo mentre riversa addosso al senzatetto un secchio di benzina e gli appicca il fuoco, emerge finalmente un minimo di umanità. «È stato un raptus», ha detto l'omicida.

Il giudice si è riservato sulla convalida del fermo, anche se l'evidenza probatoria, grazie al filmato della telecamera di sorveglianza che dà sui portici della mensa dei poveri della missione San Francesco di Palermo, fa supporre che il 45enne resterà in carcere. Ma i suoi legali, Brigida Alaimo e Carolina Varchi, pare tireranno fuori la carta dell'infermità o della seminfermità mentale che sembrerebbe avallata dalla confusione mentale che Pecoraro dice di avere. E come primo passo in tale direzione hanno chiesto il ricovero del loro assistito in una struttura sanitaria, sostenendo che l'uomo avrebbe dei pregressi di ricovero per problemi di depressione e ritenendolo non compatibile con il regime carcerario per problemi psichici. Anche su questa richiesta il giudice si è riservato.

Il cruento omicidio è avvenuto per gelosia, come lo stesso benzinaio ha confessato agli uomini della Squadra mobile di Palermo, cui sono affidate le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Claudio Corselli e dai pm Maria Forti e Alfredo Gagliardi. Temeva che Cimino insidiasse la donna che lui frequentava da qualche tempo e per questo aveva avuto uno scontro violento con lui.

Sarebbe stato questo elemento di gelosia ad avere scatenato la furia omicida.

Pecoraro si sarebbe procurato un secchio

bianco, la benzina non gli mancava di certo visto il mestiere che fa, né gli è mancata la risolutezza di cogliere alle spalle il senzatetto.

I due si conoscevano e frequentavano la stessa mensa. Ieri i funerali di Cimino.

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