Roma - Non c'è solo l'infornata da 48 nuovi consiglieri, designati quando il governo era già in scadenza, a gettare un ombra sulla gestione Renzi/Gentiloni del Cnel. Il Consiglio dell'economia e del lavoro è scampato all'abolizione via referendum e ora la vecchia guardia, i consiglieri uscenti, denunciano una gestione poco attenta che avrebbe caratterizzato gli ultimi tempi. Una serie di pratiche poco istituzionali segnalate al presidente Tiziano Treu dai vicepresidenti uscenti Delio Napoleone e Gian Paolo Gualaccini in una lettera. «Gravi errori» per i quali i due esponenti del consiglio uscente sottolineano di non volere «alcuna responsabilità» e per le quali chiedono una spiegazione a Treu, con l'obiettivo di «spegnere ogni dubbio su eventuali illegittimità, ove non peggio».
Primo punto, All'Inps non risultano pagati i contributi per i dipendenti. «Totalmente mancanti o da accertare». Una situazione che rende possibile la decadenza delle quote non versate «con evidente danno pensionistico a carico dei lavoratori». In sostanza i dipendenti Cnel potrebbero perdere parte della pensione perché il datore Cnel, che poi sarebbe un organo costituzionale che si occupa di previdenza oltre che di lavoro, negli ultimi tempi non ha pagato. I due vicepresidenti segnalano mancati contributi anche per i lavoratori esterni che svolgono servizi per il Consiglio, ma anche aziende fornitrici che non pagano i fornitori.
Nell'elenco di cose che non vanno, i due vicepresidenti segnalano una serie di decisioni prese senza passare per l'ufficio di presidenza. Tra queste, la stampa di una rivista realizzata con il patrocinio del Cnel editata da un centro studi che negli anni scorsi aveva già avuto convenzioni per 108 mila euro, che ora sono «oggetto di indagine da parte della Corte dei Conti per danno erariale».
Poi un incarico professionale non retribuito ad una dipendente dello studio professionale del quale fa parte lo stesso Treu, per il quale svolge il ruolo di segretaria particolare. Non retribuita ma con a disposizione un ufficio attrezzato nel Cnel. Per questa decisione Napoleone e Gualaccini sostengono che «si potrebbe configurare l'ipotesi di danno erariale a ragione dell'uso da parte di terzi delle strutture del Cnel».
La missiva chiude in modo durissimo. Secondo i vicepresidenti «le questioni sollevate evidenziano una Tua attitudine a decidere da solo, contravvenendo a norme di leggi e regolamenti del Cnel». Il Consiglio «non è un'istituzione presidenziale, ma assembleare, esattamente come la Camera dei deputati e il Senato».
Poi sollecitano una risposta «prima dell'insediamento di una nuova consiliatura». Il sospetto che traspare è che quando entreranno i nuovi consiglieri scelti dal governo Gentiloni, gli «errori» commessi durante la fase post referendum potrebbero non emergere più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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