Cocoricò suonato da un'altra mazzata

Dopo lo stop imposto dalla questura, l'ipotesi evasione fiscale. Il patron: con questa botta non riapriamo più

nostro inviato a Riccione

Il Cocoricò di Riccione resta chiuso e secondo le previsioni del suo patron, Fabrizio De Meis, con questa botta non riaprirà mai più. Che al Tempo dice anche: «C'è una proposta di legge ferma da tempo in Parlamento che prevede il Daspo per le discoteche. Come per gli stadi di calcio chi commette reati all'interno di un locale notturno non ci deve più mettere piede». Quattro milioni di euro all'anno di fatturato, che con questi 120 giorni di stop imposti dalla questura di Rimini per i fatti di droga accaduti all'interno del locale, il tempio della techno non incasserà, senza contare le duecento persone che resteranno senza lavoro.

Per cui, la prima discoteca d'Italia, la sedicesima nel mondo, la settima per numero di seguaci su Facebook, l'unico locale nel suo genere che fa cinquemila presenze a 35 euro a persona, non aprendo ad agosto perderà utili per quasi due milioni di euro.

Eppure stando alle dichiarazioni del fisco, dal 2010 al 2014, il volume d'affari del Cocoricò risulta essere in perdita. La Finanza ha accertato la mancata dichiarazione di ricavi per dieci milioni di euro. Dunque una denuncia per evasione. Un'altra batosta che va ad aggiungersi al sequestro di domenica. Ma se l'inchiesta va avanti e l'Associazione locali da ballo ha già avviato il ricorso al Tar e chiesto un incontro urgente col ministro dell'Interno Angelino Alfano, i «coccoribelli» non demordono e oltre a lanciare deliranti crociate sul web, si danno appuntamento in altri locali della Riviera, parenti stretti del Cocoricò: il Peterpan organizza serate in collaborazione con la Piramide. Villa delle Rose di Misano Adriatico lancia l'evento «Villa Titilla» (dal nome del privè del Cocoricò). A Riccione da quest'estate è nato il «Cocoricò beach club» che ha messo già in programma feste techno come «Metempsicosi». Poco più avanti c'è lo «Sbronzo beach», altro locale targato Cocoricò. Ma il percorso del Viminale è ormai tracciato e la parola d'ordine di questa estate resta «tolleranza zero» contro abusi ed eccessi.

Quasi ogni sera la polizia esegue pattuglioni sulle strade: ieri in 12 posti di controllo sono state fermate 230 auto, identificate 392 persone e ritirate 8 patenti. Dodici ragazzi avevano con sé dosi di hashish, ketamina e mdma, la stessa droga che ha ucciso Lamberto Lucaccioni.

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