Roma Del «faremo presto» annunciato subito dopo l'elezione non c'è più traccia. La squadra della neo sindaca di Roma Virgina Raggi stenta a prendere forma e verrà presentata al fotofinish soltanto il prossimo 7 luglio, tra altri 9 giorni, durante il primo consiglio comunale dell'era pentastellata. Decisamente in ritardo rispetto ai tempi previsti, dunque. Il confronto con Beppe Sala, a questo punto, è inevitabile: il sindaco di Milano ha già completato la sua giunta, anche con un giorno di anticipo.
Nella Capitale gli assessori sicuri sarebbero solamente quattro, mentre per gli altri continua il balletto dei nomi, tra rinunce e perplessità dei papabili e litigi tra le varie correnti dei 5 Stelle. L'ultimo nome saltato fuori per il delicato assessorato al Bilancio è quello di Daniela Morgante, che è già stata assessore al Bilancio nella prima fase della giunta Marino.
Sembra che lo staff della Raggi abbia difficoltà a trovare persone slegate dai partiti tradizionali e vicine allo spirito del Movimento. Un ulteriore ostacolo potrebbe essere rappresentato dal codice etico M5S che dovrebbero firmare i futuri assessori, lo stesso sottoscritto dai candidati grillini. Il timore di dover sborsare di tasca propria i 150mila euro di multa previsti per chi viola il codice di comportamento potrebbe non essere indifferente a chi si trovi a dover decidere rapidamente se accettare o meno l'incarico. E forse anche per questo nei giorni scorsi l'entourage del sindaco ha fatto filtrare la notizia che agli assessori non verrà fatto firmare il codice, che rimarrà valido solo per gli eletti del Movimento.
Continua, intanto, il toto nomi. Ci sono quelli che entrano e quelli che escono, una girandola incontrollata che ha costretto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio a intervenire per smentire le voci di eventuali problemi nella formazione della squadra che affiancherà la Raggi: «È solo gossip di stampa», ha detto l'esponente dei Cinque Stelle, assicurando che molte delle persone finite sui giornali come possibili assessori non erano neppure mai state prese in considerazione.
A tenere banco in queste ore c'è anche la questione della sorpresa che i grillini starebbero studiando per la geografia degli scranni in assemblea capitolina.
In aula Giulio Cesare i pentastellati vorrebbero sedersi un po' a destra e un po' a sinistra, superando la normale distribuzione dei consiglieri e collocando per la prima volta quelli di maggioranza sui due lati.Un chiaro messaggio simbolico per un movimento che vuole andare oltre i tradizionali rituali e superare gli schieramenti ideologici della vecchia politica.
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