Dalle colazioni - anzi "breakfast" - all'ultimo piano di Palazzo Chigi con il premier agli inviti a cena a casa sua a Maria Elena Boschi e Pier Carlo Padoan. Dopo la telefonata al suo consulente a cui rivelava una "soffiata" sull'approvazione del decreto sulle Popolari, spuntano nuovi retroscena sul rapporto tra Carlo De Benedetti e il governo guidato da Matteo Renzi.
"Io normalmente con Renzi faccio, facciamo breakfast insieme a Palazzo Chigi", diceva candidamente l'Ingegnere alla Consob che lo scorso febbraio lo interrogava in merito proprio alle operazioni sospette sulle Popolari. Quel verbale è ora stato tirato fuori da Lorenzo Bagnoli dell'Ipri (Investigative reporting project Italy) e Angelo Mincuzzi sul Sole24ore. E raccontano di un allora sindaco di Firenze che chiede di conoscere l'editore del gruppo l'Espresso per "chiedere pareri, consigli quando sento il bisogno". "Gli ho detto: Guardi! va benissimo. Non faccio, non stacco parcelle, però sia chiara una roba: che se Lei fa una cazzata, io Le dico: caro amico, è una cazzata", racconta ancora De Benedetti.
Così sarebbero iniziati i "breakfast" insieme. Continuati anche quando Renzi era diventato presidente del Consiglio. E proprio in uno di quegli incontri l'allora premier avrebbe rivelato all'Ingegnere il varo di un decreto che riformava le banche Popolari e di cui già si parlava sui giornali.
Era il 15 gennaio 2015 e i due avevano appena finito di fare colazione discutendo di Grecia e politica interna. Poi, mentre lo accompagnava all'ascensore, Renzi avrebbe detto "Ah! Sai, quella roba di cui ti avevo parlato a Firenze, e cioè delle Popolari, la facciamo". "Ma proprio mentre un commesso stava aprendo la porta dell'ascensore, quindi non fu parte della conversazione durante la colazione", precisava alla Consob De Benedetti, "Non mi ha detto con che. Ero già un piede sull'ascensore; non mi ha detto se le faceva con un decreto, con disegno, quando. Non mi ha detto niente, però mi ha detto sta' roba riferendosi ad una conversazione più ampia che avevamo avuto ancora a Firenze su che cos'erano le cose che lui doveva fare".
Proprio il giorno prima l'editore di Repubblica aveva incontrato il direttore generale di Bankitalia, Fabio Panetta, che gli aveva rivelato di essere "pessimista" sul tema popolari ma che "pare che finalmente il governo si sia deciso ad implementare quella roba che noi chiediamo da anni e cioé: la trasforma ..., la riforma delle, delle popolari". "Non mi fece altra affermazione, né date, né di, né di quando, né di che cosa, in che cosa sarebbe consistito, ecco! Mi ha solo detto: Guardi, con tanta roba che va male, finalmente quella roba lì l'abbiam portata in porto o la porteremo in porto. Adesso le parole esatte non me le ricordo", racconta ancora De Benedetti, precisando che nemmeno Panetta aveva parlato di una riforma attuata tramite decreto.
Da lì la telefona al suo broker, Gianluca Borlengo, a cui ha detto di investire nelle Popolari - "togliendo la Popolare di Vicenza", precisa -: 5 milioni che gli rendono una plusvalenza di 600mila euro. Il che dimostra - secondo lui - che non aveva avuto nessuna soffiata. "Allora, con le nostre controparti avevamo fatto 620 milioni, di cui le Popolari solo 5", si giustifica De Benedetti in Consob, "Tutte le altre operazioni hanno il taglio di 20, ma se io avessi saputo, avrei fatto 20 anche sulle Popolari, o di più, e ho fatto meno. Cioè è una roba che è un controsenso. Questa è la prova provata che, che io non sapevo niente della, della, dei tempi"
Nessun reato di insider trading nemmeno secondo la procura che ha chiesto l'archiviazione. Ma certo dalle carte che stanno affiorando solo perché qualcuno ne ha chiesto conto in Commissione banche emergono "strani" rapporti tra l'Ingegnere e il governo.
Non solo con il premier - a cui avrebbe suggerito pure il Jobs Act - ma anche con Maria Elena Boschi di cui è "molto amico". "Ma non la incontro mai a Palazzo Chigi", precisava nel 2016, "Lei viene sovente a cena a casa nostra ma non... diciamo io, del governo vedo sovente la Boschi, Padoan.
Anche lui viene a cena a casa mia e basta". Nessun altro. Anche se - dice lui stesso - incontra le personalità chiave dell'esecutivo: "Perché poi sa, quello lì si chiama governo, ma non è un governo, sono quattro persone, ecco..."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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