Anna Maria Greco
Roma Vengono posti i sigilli sulla scuola «Romolo Capranica» di Amatrice, crollata malgrado i lavori di «miglioramento» antisismico. Vengono sequestrati anche altri edifici pubblici, per ordine dei pm di Rieti che stanno indagando contro ignoti, per disastro colposo.
Le ipotesi su responsabilità di costruttori, tecnici e amministratori locali si poggiano anche su un documento riservato che dimostrerebbe collaudi sospetti su 21 edifici pubblici di Amatrice e Accumoli, dichiarati sicuri e invece crollati provocando anche delle vittime.
Gli interventi successivi al sisma del 1997 in Umbria sarebbero costati quasi 3 milioni di euro pubblici e dopo quello dell'Aquila nel 2009 altri 5 milioni sarebbero arrivati dalla Regione Lazio per garantire la stabilità di chiese, parrocchie, caserme, torri civiche come quella di Accumoli. Stabilità rivelatasi solo apparente.
Quel fiume di denaro, allora, ha forse seguito vie sospette e infatti si attiva già l'Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone. Quei collaudi, quelle consulenze, da chi sono stati fatti e come? I lavori finanziati sono stati ultimati dalle ditte e a regola d'arte o no? E l'adeguamento sismico è stato reale o un semplice ripristino?
«Noi cerchiamo le carte, per il momento -spiega il capo della Procura di Rieti Giuseppe Saieva-. Stiamo provvedendo a isolare gli edifici pubblici danneggiati dal terremoto e abbiamo chiesto alla polizia giudiziaria di rimuovere con cautela le macerie e di assicurarci tutta la documentazione utile per svolgere i necessari accertamenti». La precedenza, aggiunge, «viene data agli edifici pubblici, in primis quelli del Comune dove sono raccolte le carte che ne raccontano la storia».
Sono edifici come la scuola di Amatrice, il municipio e l'hotel Roma dello stesso paese, che dovevano essere così sicuri da essere indicati nel piano di emergenza post terremoto come luoghi per accogliere gli sfollati. E invece sono finiti in macerie.
Ma Saieva accende i riflettori anche sui privati, che magari hanno restaurato male le case, o hanno fatto lavori anomali, forse abusivi. E precisa che anche loro, i privati, rischiano di finire indagati: «Se non ho fatto l'adeguamento sismico ma controllando le macerie si capisce che ho posto in essere una condizione dell'evento morte di qualcuno, in astratto ci potrebbe essere una ipotesi di omicidio colposo». Non tanto in astratto.
Anche ad Ascoli Piceno la giustizia cerca di far luce. «Stiamo raccogliendo gli elementi per verificare se vi siano estremi di reato legati ai crolli e alle lesioni delle strutture pubbliche di Arquata del Tronto. Ma le indagini sono ancora nella fase iniziale», dicono al comando provinciale dei carabinieri. L'inchiesta aperta ad Ascoli per ora non ha ipotesi di reato, nè indagati. Però il disastro cerca colpevoli.
«La scuola di Arquata è gravemente lesionata - dicono i carabinieri - così come il 90% delle case o delle strutture della zona. Quindi non sarà certamente riaperta per la nuova stagione scolastica.
Per il resto, stiamo procedendo ad effettuare gli accertamenti necessari, ma occorrono interventi e sopralluoghi tecnici che non avranno di certo tempi brevi». La Procura sta svolgendo le indagini anche per accertare le cause dei crolli di parte dell'ospedale di Amandola, in provincia di Fermo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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