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Colpo basso dei governatori di sinistra: ecco i ricorsi contro il dl Salvini

La sinistra insiste: dopo i sindaci ribelli, Toscana e Piemonte portano il decreto di fronte alla Corte Costituzionale. Ci pensano anche il Lazio e l'Umbria

Colpo basso dei governatori di sinistra: ecco i ricorsi contro il dl Salvini

Dopo i sindaci, i governatori. Non si ferma la crociata della sinistra contro il dl Salvini. I politici contrari al decreto sulla sicurezza le stanno pensando tutte per mettere i bastoni tra le ruote alle norme inserite dal governo gialloverde. E così, dopo la decisione di Orlando di sospenderne l'applicazione, ora è la Toscana a presentare un ricorso alla Corte Costituzionale. Il testo è pronto e la deliberà sarà approvata lunedì. Lo stesso, peraltro, potrebbe fare anche il Piemonte guidato da Sergio Chiamparino, l'Umbria e il Lazio.

Secondo il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, i sindaci "fanno bene a ribellarsi ad una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone che così diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalità organizzata, aumentando l'insicurezza". In attesa delle eventuali decisioni della Corte Suprema - spiega Rossi - "lo scorso 22 dicembre, infatti, io e la mia Giunta abbiamo approvato una proposta di legge (che sarà votata dal prossimo Consiglio regionale e per la quale abbiamo già previsto in bilancio 2 milioni di finanziamento ) che tutela i diritti della persona umana, a prescindere dalla cittadinanza: diritti per tutti, non solo per i cittadini italiani, ad essere curati, ad avere una dimora, un'alimentazione adeguata e ad avere un'istruzione". Un modo per opporsi alla legge nazionale che, a detta del governatore, "viola i diritti fondamentali della persona umana".

Secondo i calcoli della regione Toscana, sarebbero 5mila le persone che per gli effetti del dl Salvini "sarebbero costrette all'illegalità".

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