Comunali, imbarazzo 5S: il padre grillino appoggia la figlia leghista

Ma i vertici non erano d'accordo. Interviene anche Di Maio: "Ritirare l'apparentamento con il centrodestra"

Comunali, imbarazzo 5S: il padre grillino appoggia la figlia leghista

Alla fine, il matrimonio Lega-5 Stelle, a Malnate, è durato poco più di una notte. Ieri, nel comune del Varesotto si era scatenata la polemica, dopo l'appoggio del Movimento 5 Stelle alla candidata sidaco del centrodestra, Daniela Gulino, che domenica 9 giugno dovrà affrontare il ballottaggio contro la candidata di centrosinistra, Irene Bellifemmine.

Al primo turno, Bellifemmine aveva accumulato il 45,48% dei voti, mentre la Gulino ne aveva conquistati il 38,69%. Ma, nonostanto il Movimento avesse imposto di non fare nessun accordo, domenica l'attivista e delegato di lista grillino si era presentato in Comune, per firmare l'appoggio alla sindaca leghista, all'insaputa dei vertici.

Immediatamente, ad accordo appena firmato, si erano levate le prime condanne: "Non facciamo accordi a livello locale, questo apparentamento è avvenuto alle spalle del candidato sindaco", avevano sentenziato i vertici provinciali e regionali del Movimento. Le leggi, infatti, permettono al delegato di lista, che rappresenta l'uomo di fiducia del candidato sindaco, di firmare eventuali apparentamenti, cioè i sostegni elettorali per il ballottaggio. Ma la polemica non si esaurisce qui. A far alzare il polverone, infatti, è stato il nome del delegato che ha firmato l'accordo: Giovanni Gulino, padre della candidata della Lega.

Domenico Mancino, il candidato 5 Stelle, si era dissociato dalla firma: "Hanno votato in mia assenza e questo è grave", aveva detto. In seguito, il dossier del "Caso Malnare" era passato nelle mani del deputato Niccolò Invidia, che aveva annunciato provvedimenti, dato che "Gulino ha agito per motivi familiari e a titolo personale, non rappresentando la volontà né del M5S, che non fa apparentamenti, né della sua lista e del suo candidato sindaco, che non ha mai voluto nulla di tutto questo".

Ma lunedì sembrava che ormai i giochi fossero fatti e che il simbolo dei grillini sarebbe stato destinato a comparire accanto a quello del Carroccio, sulla scheda elettorale.

Ma, nella serata di ieri, è arrivato un altro colpo di scena: sulla questione, infatti, è intervenuto Luigi Di Maio, che tramite un avvocato ha diffidato Gulino, facendogli ritirare l'apparentamento.

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