
«Ho combinato un macello sparando e uccidendo due persone». La prima confessione del 19enne Salvatore Calvaruso, del quartiere Zen di Palermo, che sabato sera nel cuore della movida di Monreale ha ucciso a colpi di pistola i tre monrealesi Salvatore Turdo, 23 anni, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo, entrambi di 26, e ferito due persone, è a un amico che gli aveva prestato il motorino. Gli ha chiesto di mentire denunciando il furto del mezzo. Ma il tentativo di sviare le indagini non è servito. Messo sotto torchio dai carabinieri, ha confessato, salvo poi fare scena muta davanti al pm di turno. A incastrarlo ci sono i video delle telecamere di videosorveglianza e i testimoni che lo hanno riconosciuto in foto. Sul luogo della sparatoria, inoltre, sono stati rinvenuti i suoi occhiali.
Secondo i carabinieri del Comando provinciale di Palermo, avrebbe agito con 4 complici. Sono state effettuate perquisizioni e un giovane, forse anche lui armato, è stato interrogato. Calvaruso, noto alle forze dell'ordine per piccoli reati, si trova in carcere al Pagliarelli con l'accusa di strage, porto abusivo e detenzione illegale d'arma da fuoco. Per la procura di Palermo «si tratta solo di caso che le persone attinte dai proiettili siano state solo 5, di cui tre mortalmente, e non si siano invece prodotte più vittime». Da qui la contestazione del reato di strage, perché sono stati sparati «molteplici colpi (sulla base dei rilievi della polizia giudiziaria sono stati rinvenuti più di 20 bossoli), ad altezza d'uomo in un tratto di strada molto affollato», fatto che «ha indubbiamente messo a repentaglio l'incolumità pubblica». La rissa è scoppiata per «futili motivi». Secondo una prima ricostruzione, Turdo e il cugino Miceli avrebbero richiamato i palermitani per la guida spericolata in mezzo alla gente. Ne è scaturita una rissa culminata con la sparatoria e la morte sul posto di Pirozzo e Turdo e quella successiva in ospedale di Miceli, che ha prima messo in sicurezza in auto la fidanzata e poi è andato in aiuto del cugino. Secondo gli inquirenti i due feriti, un 33enne e un 16enne, sono stati colpiti per sbaglio. I genitori delle vittime chiedono giustizia. «Voglio giustizia vera ha detto Giacomo Miceli, papà di Andrea e zio di Salvatore -. Se così non sarà, vorrà dire che devo farla da me. I genitori degli assassini potranno vedere i figli.
A noi l'hanno ammazzato». Sulla sparatoria interviene Felice Romando, segretario generale Siulp: «Un plauso alle forze di polizia per l'efficienza del coordinamento. Urge ridare ai giovani esempi sani sul rispetto e la sacralità della vita».
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