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Confindustria critica il governo su quattro fronti: Pnrr, extraprofitti, gli aiuti e il cuneo

Confindustria di nuovo all'attacco del governo. Molto critica su un esecutivo che stenta a mettere l'economia al primo posto, preferendo provvedimenti straordinari a una strategia di lungo periodo

Confindustria critica il governo su quattro fronti: Pnrr, extraprofitti, gli aiuti e il cuneo

Confindustria di nuovo all'attacco del governo. Molto critica su un esecutivo che stenta a mettere l'economia al primo posto, preferendo provvedimenti straordinari a una strategia di lungo periodo. Ieri è toccato al direttore generale, Francesca Mariotti, elencare i motivi di preoccupazione degli industriali.

Nessun taglio strutturale del cuneo contributivo, l'errore nel calcolo degli extra-profitti, la temporaneità dei crediti di imposta per imprese energivore e gasivore. Le criticità partono dal Decreto Aiuti dove, pur riconoscendo passi avanti sulle rinnovabili, Confindustria boccia l'approccio «connotato ancora da misure di breve periodo». E poi i tempi: per l'attuazione di alcune misure i tecnici calcolano che servirà l'adozione di altri 20 provvedimenti. Ma l'affondo allarga lo sguardo delle industrie al contesto più generale, con lo shock dei prezzi energetici, aggravato dalla guerra, che continua a minare le prospettive di crescita.

I circa 30 miliardi stanziati finora dal Governo basteranno a mitigare l'emergenza solo fino a giugno, avverte Mariotti nella prima audizione alla Camera sul provvedimento. Ma la situazione economica che non è destinata a normalizzarsi e questa «incertezza» rischia di vanificare l'efficacia delle risorse stanziate finora, avverte Confindustria, indicando la necessità di dare al paese «risposte lungimiranti» perseguendo quattro obiettivi: garanzia degli approvvigionamenti energetici; misure di compensazione per gli shock energetici; realizzazione delle riforme del Pnrr; e riduzione del costo del lavoro.

Il Pnrr ha un ruolo cruciale per il paese, ma «c'è un pericolo di annacquamento delle riforme e questo ci preoccupa non poco», avverte Mariotti, evidenziando un «rallentamento» dello slancio riformistico «favorito di interessi di parte e molto lontano dall'interesse generale». Sul capitolo lavoro, poi, gli interventi del dl aiuti «non sono in linea con l'esigenza di un taglio strutturale del cuneo contributivo»: una proposta in questo senso è stata già presentata e avrebbe un impatto strutturale sulla competitività delle imprese - osserva Mariotti - diversamente dal Dl che «si limita ad introdurre un sostegno «una tantum di 200 euro».

Occasione mancata sugli extra-profitti: la norma, per come è stata scritta, «non è pienamente coerente con l'obiettivo che persegue» e saranno «indispensabili» i correttivi, avverte Mariotti, suggerendo come soluzione quella di prevedere un tetto del gas. Più in generale, viale dell'Astronomia non vede di buon occhio gli interventi ancora di natura congiunturale del decreto e indica tra le priorità il potenziamento e proroga dei crediti di imposta per energivori e gasivori e, in materia di contratti pubblici, la necessità di meccanismi di revisione automatica dei prezzi. «Positivi», invece, gli interventi in materia di rinnovabili, in particolare per la semplificazione delle procedure autorizzative e l'individuazione delle aree idonee.

E a proposito di Pnrr, ieri si è poi appreso che i 225 miliardi di prestiti del Recovery non ancora richiesti dai Paesi Ue e inseriti nel piano RepowerEu potranno essere usati anche per capitoli di spesa diversi dall'energia.

Lo riferiscono fonti Ue, secondo le quali anche chi, come Italia, Romania o Grecia, ha esaurito la sua quota di prestiti dal Next Generation Eu potrà fare richiesta di risorse extra e destinarle a target non vincolati all'energia.

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