RomaLe tasse seguono i soldi. Se i contribuenti individuano un settore dove rifugiarsi per risparmiare (non solo sul fisco), il legislatore, prima lo individua e poi lo colpisce senza pietà con un aumento di aliquota. Una tradizione italiana consolidata. Basti pensare all'imposizione sul mattone, aumentata man mano che è cresciuto l'amore degli italiani per gli immobili. Oppure a quella sui risparmi e sui fondi pensione, cresciuta quando i lavoratori sono stati costretti a mettere parte del risparmio previdenziale in prodotti finanziari.
L'ultimo capitoletto di questa usanza riguarda il riscaldamento. Un emendamento del governo alla legge di Stabilità presentato ieri al Senato, porta dal 10% al 22% l'Iva sui pellet. In sostanza, i cilindretti in segatura compressa che fanno funzionare stufe e caminetti ecologici, per il fisco non saranno più assimilati alla legna da ardere (sulla quale ancora vale l'aliquota agevolata), ma a un idrocarburo. Entrate previste, circa 96 milioni di euro, che serviranno a garantire alcune agevolazioni fiscali sul gasolio. L'Italia è diventato in pochi anni il paradiso del pellet, il principale mercato europeo. Sono state installate quasi due milioni di termostufe, che fanno funzionare il riscaldamento e danno acqua calda ad altrettante abitazioni, utilizzando un prodotto naturale, prodotto da scarti di produzione. Una fuga dai combustibili costosi e tassati che ha riguardato soprattutto il Nord del Paese, dove si concentra la quasi totalità degli impianti installati. Ora che il governo ha deciso di aggiustare il tiro, gli italiani potrebbero decidere di tornare agli idrocarburi.
In commissione Bilancio del Senato ieri il governo ha messo a punto la legge di Stabilità anche su altri temi. La più importante è la conferma al tetto delle imposte locali sulla casa. Un emendamento dell'esecutivo, che ieri sera doveva ancora essere presentato, ma veniva dato per certo, blocca la possibilità per i Comuni di aumentare le aliquote di Imu e Tasi per tutto il 2015, rispetto ai tetti previsti nel 2014: 2,5 per mille, che sale al 3,3 per mille per finanziare le detrazioni. Emendamento molto atteso, soprattutto da Confedilizia. Il rischio, senza questa modifica è un aumento di un impennata delle aliquote fino al 6 per mille. «È stato evitato il peggio», ha commentato l'associazione dei proprietari immobiliari.
Tra le altre modifiche presentate ieri, un emendamento che contraddice la stangata sui pellet, cioè lo stop alla circolazione per i veicoli «euro 0» a partire dal 2019.
Poi un maggiore margine di spesa per i governatori, con un miliardo di euro stanziato per il «patto verticale», governo-Regioni. Secondo quanto si legge nelle tabelle della Ragioneria generale dello Stato la fetta più grande del contributo va alla Sicilia che ottiene 147,7 milioni, seguita dalla Lombardia con 136 milioni.
Sul fronte dei risparmi, c'è l 'election day per le elezioni regionali del prossimo anno, alle quali dovranno essere accorpate e elezioni amministrative previste sempre per il 2015.
Nessuna novità sul fronte del canone.
O meglio, la riforma che prevedeva l'inserimento della tassa a favore della televisione di Stato nella bolletta elettrica è definitivamente tramontata e ieri il governo ha presentato un emendamento nel quale si stabilisce che il canone 2015, non potrà superare quello del 2014.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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