Stefano Zurlo
Un ragazzo con problemi più grandi di lui. E alla fine quei fantasmi l'hanno travolto, spingendolo al più atroce dei gesti: massacrare i genitori. Igor Diana ha confessato: è stato lui ad accoltellare il padre e la madre. Il caso è chiuso, non ci sono misteri o zone d'ombra nel duplice delitto che ha sconvolto la Sardegna e la tranquillità di Settimo San Pietro. La ferocia del killer che si era accanito sui due anziani coniugi, Giuseppe Diana, chef in pensione e volontario della Protezione civile, e Luciana Colorgiu, ostetrica, trova spiegazione solo in una personalità distorta, la stessa descritta da chi l'aveva incrociato negli ultimi anni. Persi fra il gioco d'azzardo, le droghe leggere, i litigi con papà e mamma, gli scontri furibondi con la compagna che alla fine l'aveva lasciato portandosi via anche la figlia di un anno e mezzo. Adesso si scava e si ricostruisce la biografia completa di questo giovane ventottenne: una favola che si sperava a lieto fine e invece si è macchiata di sangue.
Igor e il fratello Alessio, più piccolo di quattro anni, vengono abbandonati in un orfanotrofio di San Pietroburgo in Russia. All'età di 8 anni, tardi solo per chi non crede all'amore e alla misericordia, Igor viene finalmente adottato insieme ad Alessio: i due trovano un papà e una mamma in Sardegna. Chissà, forse per il maggiore siamo davvero fuori tempo massimo, perché certe ferite, certi traumi, certe violenze non si possono più superare. Col tempo Alessio diventa una persona inquadrata e mite, trova lavoro nell' esercito, fa la sua strada. Igor invece non riesce a mettere radici, come una pianta storta. E il suo equilibrio interiore scricchiola ancora di più a partire dal 2013, quando resta coinvolto in un incidente mortale. Sfoghi violenti. Risse in famiglia e con i genitori. Legami sempre più fragili. La passione per le slot machine e la marijuana. Nella notte fra domenica e lunedì Igor ammazza in modo selvaggio i genitori, utilizzando coltello e bastone: lui nel seminterrato, lei di sopra, in camera da letto. La gola recisa e le mani ferite, in un disperato tentativo di difesa. Poi dorme in quel mattatoio. Lunedì, come se niente fosse, entra in un bar e si attacca alle macchinette, quindi torna a casa e dorme ancora vicino ai corpi. Alessio intanto è preoccupato: il silenzio di papà e mamma lo mette in ansia. È lui da Roma, dove è per un corso, a lanciare l'allarme. Finalmente il delitto viene svelato. Igor scappa, ma la sua è una fuga sconclusionata e tardiva, lungo la rotta che porta al Sulcis, alla seconda casa dei Diana.
Giovedì pomeriggio un elicottero dei carabinieri avvista il fuggitivo a bordo del pick up grigio di famiglia; Igor apre il fuoco, ma viene ferito, catturato e trasportato all'ospedale di Iglesias.
Confessa subito, il resto è letteratura, come i paragoni con i grandi casi di nera: quasi un riflesso condizionato di stampa e tv. Scorrono le immagini di Erika e Omar, il massacro di Novi Ligure e poi ecco Pietro Maso, l' assassino spietato ed elegante di Montecchia di Crosara, capace di ammazzare papà e mamma per l'eredità. Ma quelli sono personaggi abitati da una forza luciferina che qua manca. Igor è solo una figura debole, sia pure colma di una rabbia fuori controllo.
Ora ci si chiede se a tradirlo sia stata quell'infanzia difficile, cominciata al tramonto dell'impero comunista fra le cupole di San Pietroburgo. Oppure se a perderlo sia stata la giovinezza senza ancore o tutte e due in un maledetto e sfortunato gioco di specchi. Fra fragilità vecchie e nuove. Le stesse che suo fratello aveva superato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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