Politica

Consip, il dirigente conferma: "Ho preso soldi da Romeo"

L'ex funzionario Gasparri al gip: «In 4 anni 100mila euro dall'imprenditore per informarlo sulle gare»

Consip, il dirigente conferma: "Ho preso soldi da Romeo"

Roma - La gola profonda dell'inchiesta Consip conferma tutto. Marco Gasparri, ex dirigente della centrale acquisti della Pubblica amministrazione, ieri si è presentato davanti al gip romano Gaspare Sturzo per l'incidente probatorio, voluto dai pm romani Paolo Ielo e Mario Palazzi per cristallizzare le dichiarazioni già messe a verbale con i magistrati napoletani prima e capitolini poi. E anche ieri l'uomo di Consip ha ribadito le sue accuse. Ammettendo di aver intascato un discreto gruzzolo dall'imprenditore Alfredo Romeo, «100mila euro in quattro anni».

Cifra in cambio della quale, ha confermato il manager, «lo informavo sulle gare gestite in Consip». Gasparri ha ricostruito ancora una volta la genesi dei suoi rapporti con l'imprenditore partenopeo, iniziati nel 2013 e proseguiti negli anni seguenti, quando Romeo avrebbe messo Gasparri a busta paga, consegnandogli del denaro quasi ogni volta che il manager pubblico si presentava negli uffici romani dell'imprenditore, per un totale, appunto, di circa 100mila euro in quattro anni. In quegli incontri Gasparri (confermando quanto gli investigatori avevano ascoltato con le intercettazioni ambientali nello studio) si confrontava con Romeo sul come la società di quest'ultimo avrebbe dovuto presentare le domande per i bandi Consip.

Al faccia a faccia c'erano gli avvocati di Romeo, invitati a presenziare trattandosi di un atto non ripetibile. Non ripetibile e molto lungo, quasi cinque ore trascorse con un Gasparri molto collaborativo, che ha osservato scrupolosamente la propria «coerenza dichiarativa», come l'ha definita il suo legale Alessandro Diddi: «Ciò che ha detto ai pm di Napoli e Roma - ha spiegato il legale - lo ha ripetuto anche oggi (ieri, ndr) davanti al gip in incidente probatorio, senza modificare di una virgola il suo racconto». E infatti le toghe romane, con in mano la «prova» delle parole scolpite a verbale dal manager Consip, potrebbero chiedere al gip il giudizio immediato almeno sul filone che riguarda proprio i rapporti tra Gasparri e Romeo e indaga sull'ipotesi di corruzione. Eppure per qualcuno le parole del «grande accusatore» dell'inchiesta Consip non avrebbero offerto niente di concreto alla procura per proseguire verso il giudizio. I difensori di Alfredo Romeo, infatti, interpretano in maniera del tutto opposta la versione messa nero su bianco nell'incidente probatorio dall'ex dirigente della Consip. «Gasparri - hanno scritto in una nota congiunta gli avvocati - ha reso molti chiarimenti rispetto ai precedenti interrogatori, precisando diversi aspetti tutti ritenuti molto utili alla difesa di Alfredo Romeo e della società Romeo Gestioni».

Da grande accusatore, insomma, Gasparri sarebbe diventato un grimaldello in grado di aiutare le difese a fare a pezzi l'indagine, addirittura arrivando con le sue dichiarazioni a rendere «ormai difficilmente configurabili ipotesi di reato e di illeciti amministrativi».

Commenti